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Attualità sabato 22 agosto 2020 ore 18:10

Pontedera saluta il suo cittadino più amato

Sandro Mazzinghi

La scomparsa di Sandro Mazzinghi ha colpito l'intera città. Il ricordo del governatore Rossi, del sindaco Franconi e di Riccardo Minuti



PONTEDERA — Pontedera, ancora una volta, si appresta a tributare grandi onori al campione del mondo di pugilato Sandro Mazzinghi, scomparso all'età di 81 anni. Lo farà come sempre, con tanto affetto, perché come ricorda Riccardo Minuti, autore del libro Mazzinghi. Un eroe del '900 (Tagete edizioni), Sandro, oltre che un grande pugile - "il pugile italiano più amato di tutti i tempi" assicura -, era anche e soprattutto "un uomo del popolo", "il cittadino illustre più amato che Pontedera abbia mai avuto"

La camera ardente per Sandro Mazzinghi è stata allestita nella Chiesa del Santissimo Crocefisso (nella foto sotto), in piazza Curtatone, proprio lungo il corso principale di Pontedera che si riempiva di gente festante ogni qual volta Sandro tornava vittorioso da un incontro sul ring. E Mazzinghi ha sempre ricambiato, rivendicando con orgoglio le sue origini, che erano origini umili e pontederesi


"È morto Sandro Mazzinghi a Pontedera dove era nato, nel quartiere popolare di Fuoris del Ponte - ha scritto il governatore della Regione Toscana, Enrico Rossi, pontederese-. All’inizio la boxe per lui e per suo fratello Guido significava poter mangiare una bistecca. Poi Sandro è diventato campione mondiale e campione d’Europa. Ma è rimasto sempre lo stesso. E noi, di quelle zone, eravamo tutti felici, toccavamo il cielo ogni volta che un suo diretto metteva KO l’avversario. Gli abbiamo voluto tutti bene perché lo sentivamo parte di noi, della nostra storia del nostro carattere irruente, sanguigno e sempre indomito. Sandro ha rappresentato tutto questo con generosità".

Mazzinghi e Pontedera sono sempre stati legati a doppio filo, un filo che partiva dal cuore. Lo dimostrano i tanti onori e premi tributati a Mazzinghi negli anni - tanto per dirne una: per i suoi 80 anni la città fu tappezzata di manifesti - dopo che finalmente decise di appendere i guantoni al chiodo per dedicarsi alle cose semplici e più importanti della vita, a cominciare dalla famiglia, ritirandosi a Cascine di Buti. Di questo ne è preziosa testimonianza anche un'intervista rilasciata da Mazzinghi a QUInews Valdera, che pubblicammo qualche anno fa.

Ricordando oggi Sandro Mazzinghi, prima di tutto Minuti ci dice che "le sue doti principali erano la schiettezza e la sincerità", che era "un uomo del popolo", che "quel che aveva in corpo aveva in bocca" e che insomma era "un pontederese vecchio stampo, una persona schietta e sincera: sempre rimasto coi piedi per terra nonostante i successi, sempre amico di tutti nella sua Pontedera".

E così Minuti sul Mazzinghi pugile, che è pressoché impossibile scindere dal Mazzinghi uomo: "Tutti ricordano i suoi due titoli mondiali che in realtà furono tre, perché vinse anche il titolo militare a Fort Dix. Quando vinse i due campionati del mondo io avevo 13 e 16 anni e mi ricordo di una Pontedera tutta in festa. Parliamo di anni in cui la boxe era popolare tanto quanto il ciclismo, l'equivalente del calcio oggi: il dualismo Mazzinghi-Benvenuti nel pugilato, voglio dire, se la giocava alla pari con il dualismo Coppi-Bartali degli anni precedenti".

"Ma in questo caso era Mazzinghi il pugile più amato - assicura Minuti - perché come detto era un uomo del popolo, apprezzato perché nella vita come sul ring dava sempre tutto, non tirava di scherma: andava sempre avanti e non aveva paura di prenderle. E l'incontro vinto contro il coreano Ki-Soo Kim è ancora oggi ricordato come uno dei più belli di sempre in assoluto nella storia del pugilato".

Commosse sono state le parole del sindaco, Matteo Franconi.

"È venuto a mancare all’affetto di Marisa, di David di Simone e dell’intera comunità - ha scritto il primo cittadino, esprimendo cordoglio alla moglie e ai due figli - che due anni fa, simbolicamente, a 50 anni dalla conquista del titolo mondiale, gli aveva consegnato le chiavi della città in segno di gratitudine e riconoscenza.

Sandro è stato e rimarrà per sempre il nostro campione, non solo per aver portato il nome di Pontedera sulla vetta del mondo ma anche, anzi soprattutto, per essere stato un atleta coraggioso, un uomo a disposizione dei bisogni di tutti, di rettitudine ed onestà straordinaria, coraggioso e determinato nell’affrontare le difficoltà della vita e sempre pronto a dare una mano a chi gliela chiedesse: solo poche settimane fa la sua voce ed il calore delle sue parole ci incitavano a tener duro per uscire dall’emergenza epidemiologica in corso; in quel modo tutto suo e così carico di fiducia, speranza e consapevolezza del valore del sacrificio.

Oggi perdiamo un pezzo importante della storia di questa città ma sono certo che Pontedera, stringendosi con affetto e commozione intorno ai suoi affetti più cari, saprà fare tesoro del suo esempio e render merito al suo nome. Buon viaggio Sandro. Ci mancherai”.

L'ultimo saluto si terrà alle 10 di lunedì 24 agosto.



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