Attualità giovedì 10 ottobre 2019 ore 18:00
San Faustino, Franconi elogia la coesione sociale

Il primo cittadino ha voluto salutare la ricorrenza del patrono con una lettera aperta rivolta a tutti i cittadini. Il testo integrale
PONTEDERA — Di seguito la lettera rivolta a tutti i cittadini di Pontedera dal sindaco Matteo Franconi, in occasione dei festeggiamenti per San Faustino. Una lettera con la quale il primo cittadino elogia il volontariato e l'associazionismo, invita a fare "rete", chiede una partecipazione attiva e responsabile e auspica maggiore ascolto e maggiore determinazione nella rimozione delle diseguaglianze, augurando a tutti una buona festa.
"Con emozione e spirito di condivisione porto il saluto dell’Amministrazione e della città di Pontedera in un momento di appartenenza quale è quello delle celebrazioni per il nostro santo patrono. Si tratta di una occasione per proporre alcune riflessioni sulla condizione che la nostra comunità vive. Mi piace rappresentare la nostra gratitudine verso l’impegno e la serietà dei tanti lavoratori che garantiscono servizi pubblici essenziali ma pure la passione civile di chi dedica il proprio tempo all’impegno civico, inteso come esercizio di partecipazione, rappresentando le più svariate istanze sociali e sensibilità culturali; mi riferisco in particolare al ricco tessuto di volontariato e associazionismo capace di rinnovarsi e di seguire con attenzione l’evolversi dei bisogni che emergono nella nostra realtà. Esprimo il nostro ringraziamento alle agenzie educative quali le scuole, alle società sportive, alle associazioni culturali per il prezioso ruolo che ricoprono in città, quale sostegno indispensabile alla sfida formativa delle famiglie dando vita ad una comunità educante premurosa, che cerca di accompagnare la crescita dei nostri bambini e ragazzi, per prepararli ad affrontare una realtà complessa ed in continuo mutamento.
Il mondo che ci circonda infatti,
sempre più globalizzato e sempre più soggetto a rapidi e nuovi fenomeni
sociali, può e deve essere vissuto in una logica di "rete" con la voglia
di cogliere nei fattori di cambiamento le opportunità di crescita che
possono offrire, anche quando ciò comporta passaggi inizialmente
difficili. Le dinamiche e le difficoltà che attraversano il mondo del
lavoro, lo sviluppo della società della comunicazione, i bisogni
assistenziali di una popolazione sempre più longeva e fragile, ci
costringono ad interrogarci su che cosa desideriamo per la nostra città,
e soprattutto, per la Pontedera dei nostri figli. Ebbene io credo che
l’orizzonte comune di riferimento, il nostro sogno nostro, sia quello di
una comunità sempre più coesa: nell’ascolto e nel rispetto delle
diversità, nell’attenzione di tutti verso le norme di convivenza, nella
qualità dello sviluppo urbano, nell’investimento educativo. Per
riuscirci dobbiamo proiettare il nostro sguardo verso un progetto
ispirato dal coraggio di confrontarci davvero con la realtà che viviamo,
con i suoi problemi e le sue speranze, impegnandoci a far prevalere
risposte di comunità sugli istinti antisociali e potenzialmente
disgreganti. Si tratta di un obbligo morale di responsabilità
singola e collettiva. Sentirsi protagonisti e responsabili ognuno verso
gli altri è il primo passo verso questo traguardo, per contrastare la
tentazione a chiuderci in noi stessi, con un generico e pericoloso
qualunquismo.
Serve poi agire attraverso una partecipazione allargata e diretta
alle decisioni che coinvolgono le vite di tutti noi e su cui nessuno
deve rinunciare a far sentire la propria voce: il rischio che
viceversa corriamo è quello di lasciare sempre più spazio alla
disaffezione ed al silenzio, nella consapevolezza di quanto essi pesi.
Pesante e non accettabile è per esempio il silenzio nei confronti delle disuguaglianze: di qualunque tipo essa sia, la diversità non deve in alcun modo diventare causa di un’inferiorità che può generare discriminazione. Il nostro compito è riconoscere e valorizzare le unicità delle persone che vivono Pontedera provando ogni giorno a ricomporle tutte in un quadro di convivenza sempre più avanzato e solidale. A mio avviso è la qualità e la quantità dello spirito di solidarietà che qualifica ogni comunità: la voglia di ascoltare e rispondere alla richiesta di aiuto di quanti, nei momenti di crisi, di sconforto e di disagio si aspettano dalla propria città la conferma di esserne parte, di meritare attenzione, di essere accompagnati nel bisogno, di non esserne confinati ai margini. La nostra Pontedera ha nella propria storia le vocazioni e le attitudini per affrontare con umanità, orgoglio e dignità, il tema dello stare insieme nel tempo e nel mondo nuovo.
A tutti i pontederesi va il mio augurio personale e dell’amministrazione tutta per un sereno San Faustino“.
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