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Attualità lunedì 20 aprile 2020 ore 19:00

Storia di una bottega artigiana che ha 135 anni

Il laboratorio di Roberto Ciabatti
Il laboratorio di Roberto Ciabatti
Foto di: René Pierotti

E' quella della famiglia Ciabatti, la cui attività si tramanda da tre generazioni, l'ultimo artigiano è Roberto, 85 anni: "Apprendisti? Gli ultimi negli anni sessanta"



PONTEDERA — Questa intervista è stata fatta all'inizio di marzo, pochi giorni prima che iniziassero le restrizioni decise dal Governo Conte per limitare la diffusione del Coronavirus.

La bottega artigiana Ciabatti venne aperta a Pontedera nel 1885 da Alberto, poi fu il figlio Elio a portare avanti il lavoro. L'ultimo rimasto in bottega è Roberto, uno dei due figli di Elio (anche il fratello Camillo era artigiano).

Roberto Ciabatti ha 85 anni, mani grandi e consumate dal lavoro, i capelli ancora folti. 

Roberto Ciabatti, classe 1934

Roberto Ciabatti, classe 1934

Se siete passati qualche volta da via Rossini forse avrete notato il laboratorio artigiano, lungo e stretto, grandi lucernari che fanno filtrare molta luce in bottega. Luce che rende ben visibili le polveri del legno che aleggiano costantemente nell'aria.

Quando siamo stati in bottega il signor Roberto stava progettando con un cliente uno specchio. Pochi anni fa la camera di commercio di Pisa ha premiato i Ciabatti per la lunga attività, una tra le più longeve della provincia.

La mano sinistra dell'artigiano

La mano sinistra dell'artigiano

Per la famiglia Ciabatti lavorare il legno è una passione, prima che un lavoro: "Quanti anni ho? Qualcuno... sono del 1934. Ho iniziato a 13 anni e mezzo, il libretto di lavoro si poteva fare solo a 14". Sono dunque più di 70 anni che lavora: "Sì, ho una settantina d'anni di contributi, a me piace lavorare il legno, la ditta è sempre in attività".

Gli artigiani sono sempre meno: "Questo lavoro è cambiato da quando è arrivata, nel secondo dopoguerra, la produzione di serie. Prima della guerra si faceva tutto, dagli infissi ai mobili, ai parquet fino alle bare da morto. Prima i clienti non cambiavano, rimanevano fedeli. Se uno cambiava falegname o fabbro doveva giustificare al nuovo artigiano perché aveva cambiato. Noi artigiani eravamo amici, ognuno lavorava. Si faceva la partita a carte, verso le due, con un bicchiere di vino davanti".

"La concorrenza è arrivata quando gli ordini sono diventati di dimensioni industriali e sono nate aziende grandi, come Ikea. I macchinari hanno ridotto le ditte di artigiani. Quindi nel dopoguerra anche noi abbiamo dovuto specializzarci. Abbiamo iniziato a fare infissi e siamo andati avanti fino a 15-20 anni fa".

Ciabatti oltre al legno ha altre passioni: le barche e le biciclette, "le colleziono e ci vado ancora, quando c'è bel tempo". Nel laboratorio ci sono diverse foto dell'artigiano al timone.

Un bigliettino da visita, dal 1885

Un bigliettino da visita, dal 1885

Purtroppo questa splendida bottega è destinata a chiudere: "Abbiamo avuto degli apprendisti, certo. Gli ultimi però risalgono agli anni sessanta...". 

René Pierotti
© Riproduzione riservata


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