Cultura martedì 08 ottobre 2024 ore 08:30
Reimpiego e collezionismo nel libro di Bacci
Dalle famiglie nobili del Settecento e Ottocento al riutilizzo di opere d'arte nella modernità: incontro a Villa Gherardi del Testa
TERRICCIOLA — Pagine che scorrono e raccontano del collezionismo tra Settecento e Novecento, quando le famiglie nobili, per amore della cultura, accumulavano opere d'arte contribuendo fattivamente alla loro conservazione.
È quanto contenuto nel libro Reimpiego, collezionismo e antiquaria a Terricciola, scritto da Lorenzo Bacci, presidente dell'associazione Le Città Sotterranee e presentato nella Sala delle Quattro Stagioni, a Villa Gherardi del Testa.
Altro tema centrale nel lavoro di Bacci è l'antiquaria, ovvero un insieme di interessi che si sono sviluppati tra il Settecento e l’Ottocento verso l'archeologia. Nel libro, inoltre, si analizza il "reimpiego", fenomeno culturale che consisteva nel riutilizzare reperti antichi in nuove opere murarie. A Terricciola, uno degli esempi più emblematici è l'urna cineraria etrusca murata nella canonica di San Donato Martire, un simbolo tangibile del dialogo tra passato e presente, che testimonia la presenza etrusca nel nostro territorio.
Sono intervenuti alla presentazione, oltre all'autore, il sindaco Matteo Arcenni, il presidente dell'Accademia degli Euteleti, Luca Macchi, e il parroco don Michele Meoli.
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