Politica domenica 29 dicembre 2013 ore 10:00
Aria di crisi per l’Unione Valdera

A Peccioli e in Alta Valdera si pensa all’accorpamento delle funzioni e si riflette sulla funzionalità dell’ente sovracomunale
PECCIOLI — C’era aria di cambiamenti di rotta nel consiglio comunale di Peccioli di
ieri, sabato 28 dicembre. O quanto meno di riflessioni sull’Unione Valdera, sul
futuro del territorio e in particolare di quello dei piccoli comuni della parte
Alta.
Il consiglio comunale ha infatti approvato alcune modifiche allo statuto
dell’Unione e il ritrasferimento di micro funzioni al municipio, come la
gestione degli asili nido e la pianificazione urbanistico ambientale. Non si
tratta certo di un’uscita dal gruppo dei 14 Comuni Uniti, ma di una mossa,
compiuta in accordo con gli altri campanili vicini, che Peccioli fa per tenersi
aperte tutte le strade in vista di un obbligato cambiamento della geografia
istituzionale del territorio.
Dopo che il referendum per la fusione a tre non è
andato a buon fine infatti, rimane ugualmente l’obbligo di legge per i comuni
sotto i cinquemila abitanti di accorpare funzioni fondamentali per la
razionalizzazione degli enti pubblici. La decisione del consiglio comunale
pecciolese di ieri ha quindi inevitabilmente riportato a galla la questione e
stimolato il dibattito fra le forze politiche, tutte concordi sulla necessità
di rivedere le parti in gioco.
Unione sì o Unione no? Per il sindaco Silvano Crecchi,
l’ente sovracomunale della Valdera è già in crisi per il semplice fatto che al
suo interno ha alcuni comuni obbligati all’accorpamento ed altri no. “Questo è
sicuramente un elemento di criticità – ha detto il primo cittadino – su un tema
che sarà al centro del dibattito politico alle prossime elezioni. A mio parere,
se si tratta di associare sei o sette funzioni fondamentali, è il caso di
chiedersi se non si debba pensare ad un
progetto più strutturato fra comuni che si assomigliano ed hanno già avviato
con successo l’associazione di funzioni territorialmente condivise”. O tutto o
niente, insomma. E si rifà avanti il progetto del Polo Alta Valdera. “Potrebbe
essere una possibilità – ha continuato il sindaco Crecchi – da percorrere
sviluppando un consorzio, un’unione o anche una fusione questo è da valutare, e
che guarda caso tocca proprio quei comuni della Valdera che sono sotto i
cinquemila abitanti”.
Sulla stessa lunghezza d’onda del sindaco anche i
capogruppo delle opposizioni. Martina Mengoni di Progetto Comune si chiede
infatti se valga la pena di rimanere nell’Unione per molti macro ambiti o se
invece non sia il caso di associare piuttosto altre micro funzioni con gli
altri quattro comuni del Polo Alta Valdera. Vincenzo Di Sandro della lista
Peccioli Libera e da sempre contrario all’Unione, spinge ancora più
convintamente verso l’uscita dal gruppo dei quattordici campanili.
Anna Dainelli
© Riproduzione riservata
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