Il concepimento
di Malena ... - venerdì 21 aprile 2017 ore 07:00
Un uomo e una donna, un approccio, un filo di seta tra due respiri vicini ed ecco che nasce la vita. E’ la scintilla di una miccia come quella dell’accendino proteso all’accensione ciò che determina l’incontro del maschio e della femmina fino a quando le due strade distinte e separate s'incrociano nel bivio dell’esistere insieme, per creare qualcosa d'unico e irripetibile: una cellula vitale che comincia il suo ciclo e adempie il proprio compito di crescere per divenire.
S’intuisce e si percepisce che sta succedendo qualcosa, come lo scoiattolo che uscendo dal letargo, mette il muso fuori della sua tana e annusa l’aria per costatare la primavera, così la luce si lascia trasportare dalle intense sensazioni, del tutto impercettibili perché non riconosciute e paragonate ad altre esperienze passate. C’è fermento, frenesia, fretta per vincere il tempo e gli ostacoli reali, del procedere verso la costruzione di una macchina perfetta, qual è il corpo umano. I corpi ignari godono felici nel dimostrare l’amore tramite l’intreccio della passione che sfugge al controllo della riflessione, perché se anche si fa per lo scopo, nessuno giammai potrà definire che ciò è successo.
La donna supina, l’uomo che spinge dentro di lei, con zelo eccessivo, quando conferma la sua virilità riuscendo nella sublimazione di un attimo il dare l’essenza vitale del piacere, forse fine a se stesso, ma chissà, potrebbe accadere il miracolo, perché il momento è quello giusto e le funzioni collimano l’una sull’altra, quella cioè del maschio nel proporre e quello della femmina nell’accettare. Mentre l’uomo si ferma un momento, socchiudendo gli occhi, la donna invece li riapre, per osservare il suo uomo, quando il fatto si compie.
Si accascia il corpo maschile estasiato e stanco a ridosso della femmina per riposare, quando la donna sposta da un lato, la testa, permette al viso del suo lui di accucciarsi nell’incavo che il collo crea con la sua spalla e si rilassa anche lei, quando il respiro pesante dell’uomo abbassa maggiormente la gabbia toracica sul seno.
E’ buio. Il nulla sembra essere tutto. Pare che niente accada, quando invece comunque qualcosa si muove e rende concreto un futuro.
Così questa volta la natura ha dato disposizioni precise e impartito gli ordini. Nessuno sa cosa sta succedendo, ma comunque s’inizia. In corsa gli spermatozoi parlano fra loro, sgomitano e si spingono l’uno contro l’altro perché ognuno di loro vuole vincere la gara, con vociare concitato: “Dove stiamo andando?”. “Perché corriamo così?” parla il più giovane. “Stiamo andando a immolare la nostra vita per un’altra e questo solo per amore” ansima il più vecchio, appena più indietro. “Sì, ma questo vuol dire che io potrei morire?” continua preoccupato il giovincello. “Tutti noi moriremo, siamo stati creati per questo, è il nostro destino, non possiamo farci niente, soltanto uno o due di noi sarà fortunato, ma non sarà doloroso, anche se il cammino è faticoso, la vittoria incerta e il risultato non garantito”.
“Questo accade anche agli esseri umani, nelle azioni che compiono quotidianamente, nonostante che per loro non è sempre una questione urgente, si tratta comunque di una scelta”. “Ma è così buio qui, come faremo a capire se stiamo percorrendo la strada giusta?” si esprime ancora perplesso il piccino. “L’istinto ci guida senza darci il tempo di riflettere perché il tempismo in questo caso è l’unica cosa che difatti conta, tant’è che i più riflessivi come vedi rimangono indietro e muoiono addirittura prima di noi, che siamo vicini al traguardo” ancora più esausto che mai. “Come sapremo quando saremo arrivati a destinazione, per ora il cammino non è distinto e definito e i muri di questo tunnel sono regolari, continuo a non vedere niente”. “Tu non devi pensare, vai e basta, più avanti vedrai che ci sarà una specie di strettoia, per questo saremo costretti a dividerci e ad accodarci per poi proseguire un po’ più uniti, finché non incontreremo….”. “Dove sei?”. “Non ti vedo più!” urla disperato il piccoletto sentendosi abbandonato dal suo compagno che la forte corrente dei liquidi umorali ha trattenuto più in basso. Si guarda intorno e si avvede che altri come lui, sembrano smarriti, perciò si rivolge al suo nuovo compagno d’avventura: “Ehi tu… come sei messo?” cercando d'essere gentile.
L’altro lo guarda dall’alto in basso sentendosi importante e non si degna nemmeno di rispondere, perché nel suo DNA c’è il segno della superbia, così il ragazzo si gira dalla parte opposta, ma intravede il suo pari, intrattenersi con altri ancora. Si rassegna e se ne sta zitto a questo punto, cercando almeno di superare il compagno di destra, quello sdegnoso, concentrandosi sulle parole del suo precedente compagno: “Fidati del tuo istinto…”
Per la verità ha un po’ paura perché le cose non conosciute ci mettono in difficoltà, ma è ancora giovane per farsi scoraggiare da questo evento, così insiste nella rincorsa del futuro. A un certo punto s'intravede una piccola luce, che man mano diviene ancora più grande, quando un'enorme palla biancastra si presenta agli occhi del piccolo spermatozoo. Non riescono a proseguire oltre, possono soltanto disporsi intorno al perimetro esterno, cercando di spingere e di trovare un pertugio che permetta loro di entrare, perché il presentimento in ognuno, è il medesimo: chi rimane fuori, è fregato per sempre!. Nessuno sa cosa aspettarsi e fino a quando dovranno star li, ma nessuno si arrende, anche se taluno sfinito, piega la testa da un lato e desiste.
“Ce la devo fare!” pensa con grinta il giovane adulto. A un certo punto una fessura si materializza come per incanto, proprio davanti a lui, perché la fortuna gli è passata vicino, anche se una miriade d'altri coetanei, si sono riversati anch’essi intorno a lui, pressandolo e spingendolo al di fuori del giro. Magicamente si ritrova da solo all’interno dell’uovo, in un ambiente, dove regna l’assoluto silenzio. E’ sospeso nell’acqua e galleggia guardandosi intorno stupito, quando si accorge di aver perso la coda, perché nell’intento di muoversi per esplorare il resto della cavità, è stato impedito dall'ammanco di una parte vitale per la motilità. Non può far altro che aspettare gli eventi, anche se impaziente.
Poco più tardi quando oramai si è quasi stufato di star li, la voce femminile, più suadente e sensuale mai sentita prima, scandisce le parole ovattate che esprimono: “Benvenuto, caro” “E tu chi sei?” ancora un po’ sul chi va là. “Io sono colei che ti ha fatto entrare e scelto come suo compagno per la vita” insiste la voce sottile e delicata di donna, per continuare civettuola: “E’ da molto che ti osservo, cioè da quando sei stato scaricato dal tuo padrone e ti sei ritrovato riverso nel corpo della mia padrona, ho apprezzato la tua intraprendenza, il tuo coraggio, il tuo ardire e la passione che hai messo nel raggiungermi e mi sei piaciuto subito!”. “Io non sapevo di dover incontrare te e non so nemmeno se sono d’accordo ad averti come compagna”. Sorride lei per la sua ingenuità, e nel non sapere, e nel non capire che l’uomo non sceglie mai.
E non sono più loro stessi, ma l’altro… la luce! Tutto deve essere predisposto, nulla lasciato al caso, ma è pur sempre un gioco statistico, di probabilità, dove il dominante vince sul recessivo o dove due recessivi possono, uniti insiemi, vincere il più forte, perché questa è la legge della natura. Si smistano i compiti di ognuno e le dimensioni delle piccole cellule si accrescono sempre di più, finché un giorno, la luce capisce di essere stare nel ventre materno in attesa della sua nascita.
Malena ...