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Attualità domenica 23 febbraio 2020 ore 07:00

Che La Rotta resti La Rotta

I contrari all'allungamento del nome aggiungendo quello dell'Arno sono stati quasi il doppio dei favorevoli. Era immaginabile ma 'noi' avremmo votato sì



PONTEDERA — 134 i contrari, 68 i favorevoli. E così la Rotta resta La Rotta e basta, mentre chi scrive, in tutta amicizia e mettendo in campo il suo terzo di rottigianità (per parte di padre e di ormai lunga residenza a Pontedera) avrebbe votato sì all'allungamento in La Rotta dell'Arno. Ma come aveva premesso Marco Salvadori, primo rottigiano anche per i voti elettorali, "sarà difficile che la maggioranza dei miei compaesani suddivisi e in competizione in tre 'siti', il Botteghino, La Rotta centro e Pietroconti, voglia in qualche modo mutare una denominazione dalla lunga storia...". Per chi non aveva seguito questa simpatica, crediamo e speriamo, storia, per La Rotta si intende la rottura dell' arginello dell'Arno risalente a circa 1200 anni fa con conseguente inondazione e nascita di una strada d'Arno più veloce verso Pontedera, ovvero il tratto attuale del fiume. 

Capitolo chiuso mentre a Pontedera è in atto da sempre, ovviamente fra i cittadini stanziali e non certo tra i nuovi arrivati, una competizione su chi abbia il 'permesso' di chiamarsi pontaderese. Con la A al posto della E. La tradizione vuole infatti che soltanto chi è cittadino da 7 generazioni - calcolando una media di 50 anni a generazione si arriva a 350 anni fa, ovvero fine '600 inizio '700 - abbia il diritto alla pontaderesità, dizione più vicina al medievale Pons ad Heram. Erano i tempi dei podestà medicei che governavano la città per 6 mesi ciascuno, della costruzione della torre civica o torre dell'orologio e dell'arrivo in città delle spoglie di San Faustino. E ultimamente il sostenitore più estremo della legge delle 7 generazioni è stato il nostro vescovo pontaderese-volterrano, don Vasco Bertelli.

Per chiudere questa disquisizione, c'è stato un momento in cui il rione di là d'Era, ora diventato una città nella città con tanto di mare personale (i laghi Braccini) stava per diventare il rione di Oltrera. Come, per fare un esempio, il rione fiorentino di Oltrarno. Ma ai forderpontesi di chi sa quante generazioni non piacque il cambio di nome per cui Oltrera è rimasto soltanto il nome di una delle tante società sportive, ora gemellata con la squadra granata.


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