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Attualità giovedì 24 maggio 2018 ore 07:00

Chi mangia i pesci d'Arno?

Il recente caso dei cinesi senza licenza ma con 35 chili di prede ci porta a a rimpiangere i tempi che furono. Pesci gatto e siluri a parte.



PONTEDERA — Premesso che le forze dell'ordine, ci mancherebbe altro, devono fare il loro dovere, in questo caso denunciando pescatori giudicati di frodo per mancanza di licenza, confessiamo che ci fa piacere apprendere, ma già in parte lo sapevamo, che qualcuno pesca ancora in Arno per fini culinari e non di svago. Siano cinesi, come quello multasti alcuni giorni fa, o di qualsiasi altra nazione.

Nei confronti della pesca nei fiumi con lo scopo per portarli sulla tavola, lo confessiamo, siamo infatti dei gran nostalgici ricordando le tante giornate trascorse sul Roglio, Era e Arno con la canna in mano (all'inizio canna di canneto e niente più, poi cannette da due soldi) e "beci", alias vermi, all'amo non comprati ma cercati anche nelle sugaie (ammassi di stallatico). Quei pesci finivano fritti e in casa tutti erano erano contenti. 

Cosa, lo sappiamo benissimo, da far inorridire la maggior parte dell'odierno popolo italiano, nostri familiari compresi. Invece non apprezziamo la pesca con i pesci ributtati nel fiume, feriti, ovviamente, appena tirato fuori dall'acqua. Ci sembra una presa in giro alla natura. (se qualcuno ci vuol ribattere, questo spazio è aperto) Chi scrive ha da sempre amato i fiumi che ora percorre anche a bordo del battello fluviale che a luglio ripartirà. E a forza di andare su è giù, abbiamo costatato due aspetti positivi e uno negativo.

Il primo positivo è che l'Arno è sempre più pulito - attestazioni Arpat anche se la perfezione è difficile da sempre - fermo restando che i fiumi sono portatori di limo, lo stesso "sacro limo" del Nilo, per cui i pesci di fiume sono più grassi di quelli di mare tanto da essere un tempo apprezzati proprio perché, diciamo così, più nutrienti e ricostituenti. Mentre oggi il 99% degli italiani non li mangerebbe nemmeno per forza.

Il secondo aspetto positivo è che conosciamo personalmente italiani che mangiano pesci d'Arno, fra i quali una famiglia di Ferrara che viene a pescare i pesci gatto in Arno a Calcinaia, visto che, dicono, nei loro fossi sono spariti, per farsene minestre dal sapore aspro e forte.

L'aspetto negativo riguarda invece lo strapotere dei pesci gatto e dei pesci siluri, dal peso anche di un quintale, che stanno facendo stragi di pesci più piccoli e autoctoni ma anche di paperelle e nutrie. 

Però non è colpa loro perché la colpa è di chi li ha immessi in Arno.

Mario Mannucci
© Riproduzione riservata


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