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Attualità giovedì 30 dicembre 2021 ore 17:30

​Don Armando e i suoi primi vent’anni di presepi

Don Armando Zappolini con uno dei suoi presepi
Don Armando Zappolini con uno dei suoi presepi

Il primo è del 2002 e parlava dei licenziamenti Fiat, poi c'è stato quello criticato da Salvini e adesso le lanterne verdi. Il racconto del parroco



PONSACCO — Risale al 2002 il primo presepe di Don Armando Zappolini che ideò una Natività che riportasse la storia del licenziamento dei 223 dipendenti nella fabbrica Fiat di Termini Imerese.

In questi 20 anni l'opinione pubblica ha parlato di don Zap e dei suoi presepi e un 3 anni fa anche il leader della Lega Salvini commentò polemicamente un suo presepe.

Don Armando ha portato alla ribalta in modo inconsueto tanti argomenti di attualità diversi tra loro, ma tutti con un unico denominatore, le contraddizioni tra la carità cristiana e le azioni degli uomini che spesso sembrano andare in tutt’altra direzione.

Don Zap era parroco di Perignano nel 2002 quando maturò l’idea dei presepi provocatori. Il suo trasferimento a Ponsacco risale al 2019. All'inizio di ogni Dicembre si crea attorno a lui un’attesa sul tema che affronterà.

Zappolini e il presepe 2015

Zappolini e il presepe 2015

Nel 2014 Don Armando affrontò la strage quotidiana dei bambini, nel 2015 affrontò il problema dei preti pedofili e dei ricchi cardinali, nel 2016 i movimenti popolari nel mondo, nel 2017 i neofascisti nella grotta, nel 2018 il presepe con Gesù Bambino nel cassonetto che scatenò la suddetta famosa polemica con l’ex ministro Salvini, per poi arrivare ai due anni di “quasi silenzio” del 2019 e 2020.

In questi 2 anni Zap sembrava essersi addormentato, oppure che avesse scelto di tornare nei panni del silenzioso parroco che evita lo scalpore. Invece don Armando è tornato alla ribalta quest'anno con una Natività con volti di rifugiati illuminati dalla lanterna verde simbolo di accoglienza (le lanterne verdi sono appese fuori dalle case di alcune famiglie polacche che vogliono indicare un luogo accogliente agli emigranti che sono riusciti a superare il filo spinato del confine polacco-bielorusso).

Le lanterne verdi nel presepe 2021, simbolo di accoglienza

Le lanterne verdi nel presepe 2021, simbolo di accoglienza

Don Zap, intervistato da QUInews Valdera, ha commentato questo presepe: “Di fronte a questa macelleria umana dove il 51% dei profughi ha radici cristiane – ha detto – pongo a tutti ma soprattutto all’Europa, questa domanda: ma dove sta la coerenza nel difendere i valori e le origini cristiane quando si dà spazio all’esteriorità e non si applicano concretamente le parole del Vangelo? Ogni giorno si ripete la storia di Gesù Bambino costretto a nascere in una stalla perché Giuseppe e Maria, a Betlemme, bussarono a tante porte ma furono costretti a rimanere al freddo”.

Il presepe nel cassonetto, 2018

Il presepe nel cassonetto, 2018

Non manca di coerenza don Armando e ogni anno tratta argomenti nuovi ma che portano in sé sempre un’unica linea: la lotta all’ingiustizia sociale, alla povertà, al disagio della droga e del gioco d’azzardo. 

Abbiamo chiesto a don Zappolini quale dei suoi presepi gli è rimasto più impresso e il motivo. Don Zap ha risposto che uno è sicuramente quello del 2002, in cui affrontò con un argomento di grande attualità, il lavoro, con il licenziamento degli operai Fiat a Termini Imerese: “Mi è rimasto impresso – ha chiarito Zappolini – perché la problematica di allora è la stessa di oggi, una problematica che allora era agli inizi, con le prime delocalizzazioni, con i primi casi di licenziamenti di massa, ma niente sembra essere cambiato in tutti questi anni".

Don Zappolini e il presepe, 2021

Don Zappolini e il presepe, 2021

L’argomento, ha raccontato Zappolini, fu affrontato anche il Papa in una sua omelia. Secondo il prete questi problemi derivano dalla logica del guadagno e della non dignità del lavoro, l’impiego dei materiali reperiti sottocosto attraverso logiche ingiuste, l’ipocrisia della lotta alla povertà così come viene fatta. Secondo Zap a questi fatti l’Europa rimane sorda e cieca. Basterebbe, secondo Zap, che l'Unione Europea assumesse anche un solo provvedimento per gli stati membri, quello di mettere fuori mercato le merci reperite con metodi discutibili.

Ma Zappolini ricorda con affetto anche altri presepi, come quello che parlava del diritto alla cittadinanza dei bambini nati in Italia da genitori immigrati. Il parroco ha spiegato che i suoi presepi sono creati non per scandalizzare ma per stimolare un’atmosfera di denuncia e attivare le possibili soluzioni e spesso hanno ottenuto il loro scopo. 

Don Zappolini e il presepe, 2014

Don Zappolini e il presepe, 2014

Zap ha portato l’esempio delle lanterne verdi dell’accoglienza, poste al centro del presepe di quest’anno che si sono moltiplicate dimostrando che sono tante le famiglie che accolgono e non respingono chi fugge da realtà invivibili.

E tutto questo, don Armando non si stanca mai di ripeterlo, non è altro che seguire le linee della fede e del Vangelo e gli stessi principi della cristianità europea.

Zappolini e il presepe 2017

Zappolini e il presepe 2017

Don Zappolini e il presepe, 2018

Don Zappolini e il presepe, 2018

Marcella Bitozzi
© Riproduzione riservata


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