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Cultura sabato 18 settembre 2021 ore 20:00

Il Palazzo senza Tempo si arricchisce di arte

Nuove opere d'autore vanno ad accrescere il patrimonio artistico dell'edificio di via Carraia, luogo già molto visitato a pochi mesi dall'apertura



PECCIOLI — Inaugurate al Palazzo Senza Tempo le nuove installazioni artistiche di Daniel Buren, Jeppe Hein, Marco Tirelli, Patrick Tuttofuoco. Dopo la presentazione, lo scorso 9 settembre al Padiglione Italia della Biennale di Venezia, del cofanetto 7 progetti per Peccioli, dedicato alle opere di Daniel Buren, Umberto Cavenago, Alicja Kwade, Remo Salvadori, Marco Tirelli, David Tremlett e Patrick Tuttofuoco, con la curatela di Antonella Soldaini, l'arte contemporanea torna protagonista a Peccioli.

Presenti il sindaco del Comune di Peccioli Renzo Macelloni, la curatrice Antonella Soldaini e gli artisti Marco Tirelli, Patrick Tuttofuoco: "Quella che è stata realizzata a Peccioli nel corso dei decenni dal 1991 (66 sono le opere d’arte contemporanea presenti sul tutto il territorio comunale), è un’operazione basata sull’idea di invitare gli artisti a confrontarsi con luoghi, storie, paesaggi, per opere che tenessero conto di tale contesto, mettendo in discussione la separazione strutturale tra produzione e ricezione e prendendo in considerazione lo sfondo simbolico a cui il cittadino appartiene. Il cittadino, pertanto, diventa sia fonte che indirettamente ispira il lavoro artistico, sia soggetto attivo attraverso il processo di apprendimento di una rappresentazione e di un contenuto simbolico che lo coinvolge e lo riguarda da vicino."

A dimostrazione dell'attiva partecipazione, il pubblico presente all'inaugurazione è stato invitato a seguire gli artisti in un percorso di scoperta delle opere dal vivo. Così è stata ammirata dalla prospettiva migliore l'opera di Daniel Buren (Boulogne-Billancourt, 1938) ha realizzato l'opera dal titolo "45°, 5 colori + nero e bianco", lavoro in situ che interessa la grande parete, 9x8 m, al di sotto della terrazza panoramica. "L’opera di Buren è composta da una serie di losanghe colorate con l’albicocca, il viola, il rosa, il verde e l’azzurro, demarcate da sottili strisce che scorrono diagonali in rapporto al muro e al cui interno sono presente righe verticali bianche e nere."

La passeggiata ci ha poi portato ad arrivare in un tempismo perfetto, al tramonto, all'opera di Patrick Tuttofuoco (Milano, 1974), "Endless Sunset", realizzata a cavallo tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021. "Dopo i tre lavori della serie "Elevatio corpus", collocati in altrettanti punti nevralgici della frazione di Ghizzano, questa volta Tuttofuoco ha lavorato direttamente a Peccioli, dando vita al più complesso (e vasto) intervento scultoreo fra quelli da lui realizzati fino a oggi. Coadiuvato nella fase iniziale del progetto dagli ingegneri Stefano d’Amelio e Massimiliano Buvoli, l’artista ha scelto di intervenire su una passerella pedonale di recente costruzione lunga 72 metri. Posta a 30 metri d’altezza, è impiegata per collegare il centro storico del paese con i parcheggi situati nella “parte bassa” del centro abitato. In tutta la sua lunghezza, l’infrastruttura è stata via via “avvolta” da un sinuoso nastro continuo in acciaio inox, che riproduce i colori del tramonto." L'artista ha campionato i colori del tramonto per poi riproporli in scala nei pannelli di vetro che costituiscono la copertura della passerella creando un melange di colori che ci accompagna per tutta la traversata. "Per i pedoni che la attraversano l’effetto sarà quello di transitare all’interno di un’opera d’arte e di ‘viverla’ in modo attivo e partecipativo”. L'Ingegner Stefano Damelio che ha collaborato con Patrick Tuttofuoco per la realizzazione dell'opera, ci ha confermato l'impegno che un lavoro come questo ha comportato: 13 tonnellate di acciaio inox e altrettante per la copertura in vetro, rendono l'idea della complessità. 

La mostra itinerante si è conclusa al punto di origine nel Palazzo dopo l'ultima sosta per scoprire l'opera di Marco Tirelli (Roma, 1956), Senza titolo (2021-2021), una serie di elementi in ceramica che, avvicinati l’uno all’altro, formano un unico lavoro, compongono una scena in cui l’elemento chiave è la prospettiva: “Io posso solo illuminare con la mia attenzione alcuni frammenti del mondo nel tentativo di abbracciarlo nella sua totalità… l’arte è un sostituto dell’insufficienza del mondo. Per me l’arte è qualcosa che ha un carattere esemplare e che porta verso nuove visioni del mondo e allarga i confini della conoscenza. L’arte non risolve i problemi ma ci rende migliori, più analitici e rende la vita più intensa”. Ispirata al lavoro di Giovanni Battista Piranesi, l'opera ripropone il tema della prospettiva che anima tutti i lavori presentati, in chiave diversa, lasciando che lo sguardo dei fruitori si perda in un labirinto di linee sfuggenti e convergenti al tempo stesso.

Jeppe Hein (Copenhagen, Danimarca, 1974) l' artista con sede tra Berlino e Copenhagen che ha realizzato l’opera Senza titolo proveniente direttamente dalla König Galerie di Berlino e collocata all’interno del Palazzo senza Tempo: "La visione di se stessi e degli altri cattura lo spettatore grazie alle continue inversioni degli specchi e alle mutazioni nell'arco di un momento di figure e dimensioni. Lo svelamento totale della sala e del pubblico attraverso le superfici riflettenti diventa parte dell'opera. Le certezze come terra, spazio e realtà si perdono nella distorsione e nel riflesso, tanto che lo spazio sembra espandersi nell'infinito".

Come dichiarato da Antonella Soldaini nella sua introduzione alla serata, lo scopo di interventi come questo è trovare un contatto tra il luogo ospite e l'opera d'arte, stabilire una relazione di reciproca fiducia tra cittadini e artisti e innescare un dialogo di mutuo accrescimento.

Elisa Cosci
© Riproduzione riservata


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