Attualità giovedì 25 maggio 2023 ore 18:15
La professoressa Mati e i ricordi dell'alluvione

Mentre in Emilia-Romagna proseguono le attività dei volontari dopo le drammatiche alluvioni, una ex angelo del fango racconta la sua esperienza
PONSACCO — Il dramma dell'alluvione in Emilia-Romagna rievoca ricordi per chi, nel 1966, fu coinvolto in quella di Firenze. Come la professoressa Nicla Mati, 82 anni, ponsacchina ora in pensione, che è stata un angelo del fango alla Biblioteca nazionale di Firenze.
"Vedo in televisione catene di giovani in aiuto delle popolazioni dell’Emilia-Romagna e mi complimento con loro per il grande gesto di altruismo e generosità - ha commentato - sono i nuovi angeli del fango. Queste sono esperienze formative e importanti nella vita, che toccano il cuore. Aiutare gli altri senza avere compensi in cambio, se non la gratitudine di chi hai supportato in un momento di disagio, è molto importante per capire il vero senso della vita".
"Purtroppo le famiglie colpite hanno perso i ricordi di una vita e subìto ingenti danni, ma confido, che gli aiuti arrivino presto per tutti - ha aggiunto - sono stata anche nella Pontedera alluvionata del Novembre del ’66 con mio fratello e, insieme, ad altri volontari, portammo cibo e beni di prima necessità alla popolazione in difficoltà".
Quel 4 Novembre la professoressa si trovava proprio a Ponsacco. Il giorno prima era stata a Firenze con la madre e lo zio Danilo, per prendere i libri nuovi per la libreria della zia, che abitava a Ponsacco. Nicla a Firenze si recò a salutare una cara amica e, per poco, non rimase nel capoluogo fiorentino.
"Mi trasferii a Pisa ospite di un’altra zia, e lì frequentai la Facoltà di Lingue: mi laureai in letteratura francese - ha raccontato - e da Pisa è nata quell'esperienza: quando tornai in città dopo l’alluvione, che aveva spazzato via ponte Solferino e parte dei Lungarni, alcuni giovani studenti ci chiesero disponibilità per andare a Firenze ad aiutare gli alluvionati: partii con la mia compagna di studi di Perignano, Giovanna Bendinelli, scomparsa nel 2011".
"L’appuntamento fu in piazza Cavalieri la mattina molto presto e lì ai piedi della statua di Cosimo de’ Medici, trovammo molti stivali di gomma - ha continuato la professoressa - arrivammo in piazza Santa Croce e, a piedi, per mano, piano piano, al centro della strada per non scivolare, arrivammo alla Biblioteca nazionale: c’erano tanti giovani volontari da tutto il mondo, pieni di fango dai piedi fino ai capelli. Noi ragazze avevamo la gonna, ma quando arrivai la sera a casa, stanca morta, cercai una tuta, perché era più comoda".
"Tutto durò per 15 giorni, da pendolari con l’autobus da Pisa a Firenze: eravamo molto stanchi a recuperare volumi molto pesanti per il fango e l’acqua, che avevano assorbito. Dovevamo lavarli tutti con spugne e acqua fresca, poi farli asciugare in una stanza riscaldata con stufe a gas - ha concluso - nei sotterranei della Biblioteca nazionale abbiamo recuperato libri preziosi, con bellissime copertine, e grazie alle catene umane abbiamo recuperato materiali importanti. Alla sera eravamo con le braccia a pezzi, ma era una gran soddisfazione aver dato un aiuto".
Elena Iacoponi
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