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Attualità venerdì 10 ottobre 2014 ore 18:19

Dieci giorni sull'isola deserta

L'ultima avventura di Filippo Logli, un pontederese con la passione delle sfide estreme. Questa volta ha affrontato un'isola disabitata



PONTEDERA — Altro che Isola dei Famosi, roba da star, per Filippo Logli, pontederese doc di appena 29 anni, la vera sfida è sopravvivere per giorni su un'isola dove l'ultimo uomo se ne è andato più di otto anni fa. 

Poche settimane fa Logli, con pochi utensili a disposizione, ha vissuto questa esperienza sull'isola Molara, vicino alla Sardegna dove ormai vivono solo mucche e capre.

Nonostante la giovane età Logli è molto conosciuto per le sue avventure come l'attraversamento dell'oceano Atlantico in barca a vela in due persone, partendo dalle coste portoghesi fino ai Caraibi, oppure l'avventura a bordo di una Vespa 125, da Pontedera a Capo Nord.

“Come ogni estate sono stato in Sardegna a fare l'istruttore di sub – racconta – un giorno abbiamo fatto un'immersione vicino all'isola Molara. Chi era con me mi ha detto che è un'isola privata ma disabitata da diversi anni. Mi si è accesa la luce, ho pensato che fosse il posto giusto per rilassarmi dopo il lavoro estivo con decine di turisti”. Terminata la stagione da istruttore Logli ha radunato poche cose, uno zaino, un sacco a pelo, una tenda.

Una mattina di metà settembre si è fatto portare da una barca sull'isola deserta: “Sono sceso dalla barca con l'intenzione di accendere il telefono una volta al giorno per scattare qualche foto e far sapere che stavo bene. Ho detto ai miei accompagnatori di non preoccuparsi, li avrei chiamati io dopo qualche tempo per riportarmi in Sardegna”.

Arrivato sull'isola Logli ha cercato un posto per piazzare la tenda: “Subito mi sono accorto che nell'isola vagano liberamente tori, mucche e capre – spiega – allora ho costruito un  muro basso di recinzione raccogliendo sassi per tutta l'isola. Non volevo essere svegliato di notte da qualche animale”. 

Trovare il cibo non è stato facile e Logli ha corso pure qualche rischio: “Per affrontare l'isola – dice – ho deciso di sospendere il mio vegetarianesimo. Però ho scoperto che non riuscivo a pescare. Ho rimediato mangiando i murici, molluschi che si trovano dentro a delle grosse conchiglie. Poi c'erano un sacco di frutti strani, ma non volevo finire come il protagonista di Into the wild”.

Sull'isola funzionano ancora strumenti istallati dagli uomini: “I primi giorni ho passato molte ore all'abbeveratoio che ancora esiste, perché nell'isola c'è una fonte naturale ed è quella che fornisce l'acqua necessaria agli animali. Qualche persona di buon senso controlla periodicamente che l'abbeveratoio non si intasi”. Stare completamente soli permette di notare molte cose: “Gli animali sono diffidenti, non sono più abituati all'uomo. Mentre li osservavo mi sono accorto che avevano sete ma non si avvicinavano perché avevano paura di me. - Poi racconta - la cosa più curiosa che ho notato è che alle mucche piace osservare il tramonto".

L'avventura sull'isola Molara è durata una decina di giorni: “Una mattina ho acceso il telefono e ho deciso di tornare, l'esperienze era finita”. Ma Logli, ha già in mente altri progetti: “Ho scoperto una forte attrazione per la Thailandia e lo yoga. A novembre partirò di nuovo e starò per qualche tempo in oriente con Ishy, il mio maestro uruguayano. Il progetto è visitare Koh Pangan, poi Laos, Vietnam, Cambogia e, alla fine, India”.  

René Pierotti
© Riproduzione riservata


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