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Attualità lunedì 02 luglio 2018 ore 06:25

Il pontederese che cenava con "Napo"

Napoleone Bonaparte

La storia di Giuseppe Balbiani, da commerciante a sindaco di Pontedera e vice prefetto all'Elba del grande confinato che poi scappò



PONTEDERA — Quando era viceprefetto all' Elba con l'incarico soprattutto di combattere i commerci abusivi degli inglesi, Giuseppe Balbiani cenava spesso con Napoleone Bonaparte, là confinato ma col titolo di sovrano di quella piccola isola, allora territorio francese. 

Giuseppe Balbiani ebbe quell' incarico in virtù della stima che si era fatto a Pontedera con i francesi, diventando maire (sindaco) e collaborando attivamente all'opera principale realizzata in quei tempi città: il ponte Napoleonico che sostituì quello di legno e che poi sarà demolito dalla seconda guerra mondiale e quindi ricostruito ma non più bello come prima.

Maire di Pontedera, poi vice prefetto e, finito il periodo napoleonico, gonfaloniere, di fatto nuovamente sindaco, col ritorno a Firenze dei lorenesi, nemici del Bonaparte ma che sapevano riconoscere e servirsi di bravi funzionari. Un'ottima carriera, dunque, per un ottimo uomo e amministratore. Un ramo dei Balbiani, cognome tuttora esistente in città soprattutto col negozio di elettrodomestici e lampade in via Verdi, era arrivato nel '700 a Pontedera da "quel ramo del lago di come che volge a mezzogiorno..." (vedi l'incipit dei Promessi Sposi) perché Pontedera era allora, ma tutto sommato anche oggi, una città commerciale, favorita anche dalla posizione al centro di tre vali toscane e dai suoi fiumi. 

Aprirono botteghe e comprarono terreni, i Balbiani, diventando sempre più importanti, come racconta Dino Fiumalbi in "Giuseppe Balbiani (1767-1851) dal Ponte ad Era a Napoleone al ritorno a Pontedera", Tagete edizioni. Un bel libro davvero su un personaggio fino a ora poco conosciuto perché gli anni e i secoli macinano tutto ma che questo libro, corredato anche da statistiche anagrafiche ed economiche sulla Pontedera di allora, riporta all'attenzione di tutti.

Mario Mannucci
© Riproduzione riservata


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