Mouhamed Ali Ndiaye, una giornata particolare

Il noto pugile ha presentato a Mantova la sua biografia. Di ritorno dall'evento, sulla Fipili, ha soccorso una giovane con l'auto in panne

PONTEDERA — Una giornata particolare, quella di ieri, per il campione di pugilato Mouhamed Ali Ndiaye, che a Mantova ha presentato, insieme a Rita Coruzzi, la sua biografia intitolata "Mi Chiamo Mouhamed Ali" e, di ritorno dall'evento ha soccorso una giovane con la macchina in panne sulla FiPiLi.

Da Mantova, per l'esattezza dalla biblioteca Baratta, inizia il racconto di Ndiaye: "Ho provato una gioia immensa raccontando la mia storia ad un pubblico sportivo ed attento alle parole che usavo. C’erano ex campioni, ex pugili che sono diventati maestri della boxe di Mantova e soprattutto un pubblico misto: di diversa provenienza e condizione e diverso orientamento culturale. Sembrava lo specchio dell'articolo tre della nostra Costituzione Italiana che dice: 'Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali'. La sala era piena di giovani Italiani, Senegalesi e Marocchini che rappresentano il presente e futuro di questo bellissimo Paese, l'italia. Mi sono emozionato a sentire le testimonianze delle ragazze della Comunità Senegalese. Non posso che ringraziare tutti, in primis, per una ragione affettiva, mio fratello Jamel Haddaji: anche grazie a lui tutto ha avuto inizio. Un ringraziamento particolare alla Boxe di Mantova, ai suoi maestri e pugili, che mi hanno accolto sportivamente e con rispetto. Una sentimento di fratellanza rivolgo alla Comunità Senegalese di Mantova rappresentata dal Presidente Issa Ndiaye e dalla presidente delle donne Senegalesi. Dieureudieuf e Masha Allah per la mobilizzazione. Se ho dimenticato qualcuno nei ringraziamenti chiedo scusa: sono ancora emozionato per la bellissima giornata. Grazie di cuore a Rita Coruzzi, l’autrice del libro, e a sua madre Marta Martelli".

Poi l'ex campione di pugilato prosegue raccontando che ieri sera, di ritorno dall'evento, stava percorrendo la Fipili tra Ginestra Fiorentina e Montopoli quando si è imbattuto in un'auto ferma con le quattro frecce accese. "Non ho esitato a fermarmi. D’istinto - spiega Ali Ndiaye - Sono stato campione di pugilato, ma anche volontario dei Vigili del Fuoco e della Croce Rossa. La solidarietà umana è importante per tutti, così mi sono fermato per vedere cos’era successo e capire se c’era bisogno. Nella macchina c'era una ragazza di Empoli, le ho chiesto cosa aveva e lei subito mi ha risposto: mi si è fermata la macchina. Le ho detto: scendi dell'auto per favore, chiedendole se stava bene e se aveva il triangolo e il gilet da mettere in caso di pericolo. Poi ho contattato il 112 per chiedere soccorso: hanno passato la chiamata alla polizia stradale perché intervenissero. Sono stato insieme alla ragazza finché non sono arrivate sul posto le forze dell'ordine e a quel punto ho salutato la ragazza e ho chiesto il permesso di poter andare via, a casa. Bellissima giornata tra racconti e soccorsi".

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