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Attualità mercoledì 02 novembre 2016 ore 13:04

"Geofor è un'azienda e quella non è un'auto blu"

Sul caso Marconcini auto blu ospitiamo l'intervento che ci ha inviato Matteo Orsucci, giornalista e scrittore pontederese



PONTEDERA — Matteo Orsucci, 33 anni di Pontedera. Fino al 2011 ha lavorato per Libero ed ha scritto insieme all'ex sindaco di Siena Pierluigi Piccini "Siena. Mps la politica i poteri forti", la trilogia di libri con Nicola Legrottaglie e "Roberto Vecchioni - L’uomo che si gioca il cielo a dadi" 

Abbandonata la professione di giornalista Orsucci lavora come consulente finanziario ed ha voluto dire la sua sui recenti fatti che vedono protagonista il presidente di Geofor Paolo Marconcini.

"C’è il peggior gesuitismo dell’anticamera della verità nel trattamento riservato dalla stampa locale al presunto caso Marconcini. C’è l’acredine del non detto, più pericolosa anche della menzogna stessa, che mina la ricostruzione di fatti evidenti. Il presidente di Geofor, azienda a partecipazione pubblica, ha beccato una multa qualche anno fa sulla costiera Amalfitana con l’auto aziendale messagli a disposizione, da contratto, dall’azienda stessa. Ha pagato di tasca propria la contravvenzione, così come – ha spiegato nel comunicato stampa diramato ai giornali dopo giorni di clamore – paga a fattura in base alle tabelle Aci, mensilmente, l’uso privatistico della vettura. Quella di Paolo Marconcini è un’auto blu nell’effettiva scelta del colore, non certo come categoria assurta al dogma antipolitico dai francescani di riporto: auto blu è quella legata alle istituzioni pubbliche, Geofor è un’azienda. Proprio per questo fa anche altresì sorridere la decisione del consiglio comunale di Pontedera di presentare una richiesta di dimissioni del presidente del consiglio di amministrazione. Buona norma sarebbe rivedersi come funzionano certe realtà: è il cda che decide se sfiduciare o meno il presidente, non il consiglio comunale. Sarebbe come se le opposizioni di Pontedera chiedessero le dimissioni di Colaninno, tanto per intendersi.Ogni giorno a pestare l’acqua nel mortaio senza esaurire minimamente il teorema, visto che gli assiomi da cui si parte non stanno i piedi. L’ex sindaco di Pontedera è stato crocefisso gratuitamente in ragione del bon ton da spending review, anche alla luce dei conti non eccellenti, per usare un eufemismo, di Geofor. Per correttezza sarebbe il caso di fare allora un giro nell’universo delle partecipate e raccontare che succede altrove. Oppure applicare lo stesso eccesso di zelo nei comuni confinanti dove i politici in prima persona gestiscono trattative tra società private appendendosi sulla fascia tricolore il cartellino di consulente non richiesto. Marconcini avrebbe potuto noleggiarsi un’auto per andare al matrimonio del figlio? Certamente sì. Avrebbe potuto, chessò, comprarsi un’Audi di tasca propria? Assolutamente sì, magari avrebbe rischiato l’interessamento del grande fratello della stampa vestitasi per l’occasione da Guardia di Finanza, ma sono i rischi del mestiere. Marconcini già da sindaco non era simpatico, ma ha amministrato per due mandati consecutivi non facendo certo rimpiangere l’eredità del suo ingombrante predecessore. Guidò Pontedera suggellando un patto tra le anime riformiste, laiche e cattoliche, della città. Poi arrivarono i tempi postmoderni e quel vezzo del renzismo di cancellare il passato in ragione del fare. Sembra quasi ci sia da parte di qualcuno il terrore che chiusa l’esperienza in Geofor Marconcini possa essere tentato di nuovo dal tornare in politica. Avrebbe anche i voti, probabilmente. Non certo quello del sottoscritto, visto che non lo ha mai avuto. Ma l’onore delle armi quello sì. Non si può far coincidere la vita politica di un sindaco poco simpatico con una multa presa a Sorrento".


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