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Attualità martedì 12 gennaio 2016 ore 17:30

Letture per il poeta condannato a morte

Ashraf Fayadh ha 35 anni. La condanna risale al 17 novembre. Tra due giorni evento in simultanea in varie parti del mondo. Al centro le sue poesie



PONTEDERA — Si chiama "Non restare indifferente!" letture di poesie di Ashraf Fayadh in contemporanea in tutto il mondo l'evento in programma giovedì 14 gennaio alle 17,30 nella sala conferenze della biblioteca comunale Giovanni Gronchi di Pontedera.

L'iniziativa vuole sollecitare l'opinione pubblica mondiale a opporsi alla condanna a morte di Ashraf Fayadh. Fayadh, poeta e artista palestinese, è stato condannato a morte lo scorso 17 novembre da un tribunale dell'Arabia Saudita per apostasia. Secondo Amnesty: “Non ha avuto la possibilità di avvalersi di un avvocato durante la detenzione e il processo”.  

Alla conferenza stampa hanno partecipato il vice-sindaco e assessore ai diritti umani Angela Pirri, Donatella Pignataro della sede di Pontedera di Amnesty International e Pietro Pertici della Tavola della Pace e della Cooperazione. Pirri ha detto: “L'apostasia è un reato di cui non concepiamo l'esistenza. Non si possono incriminare anche i poeti”. Pignataro ha riassunto i dati salienti della campagna e ha ricordato a tutti l'evento di Pontedera, aperto a tutta la cittadinanza. Infine Pertici ha rinnovato l'importanza di una opinione pubblica attenta alle situazioni internazionali, che ormai sono sempre più parte di un mondo che ci riguarda molto da vicino.

Breve storia di Ashraf Fayadh. Poeta e artista palestinese di 35 anni nato e residente in Arabia Saudita, è stato condannato a morte il 17 novembre. Il tribunale di Abha, nella regione sud orientale dell'Arabia Saudita, lo ha accusato di apostasia dopo il ribaltamento in appello della sentenza che lo aveva condannato a 4 anni di detenzione e 800 frustate per aver violato l'articolo 6 della Legge saudita contro il cybercrime.
Ashraf Fayadh è stato arrestato per la prima volta il 6 agosto 2013, in seguito alle rimostranze di un cittadino saudita secondo il quale il poeta avrebbe promosso l'ateismo e diffuso idee blasfeme tra i giovani. Rilasciato il giorno successivo, è stato nuovamente arrestato l'1 gennaio 2014, con l'accusa di apostasia per aver presumibilmente messo in discussione la religione e per la diffusione del pensiero ateo attraverso la sua poesia.
Ashraf Fayadh è stato anche accusato di aver violato l'articolo 6 della Legge saudita contro il cybercrime per aver scattato fotografie a donne col proprio cellulare e averle conservate. Il 30 aprile 2014, il tribunale ha condannato Ashraf Fayadh a quattro anni di detenzione e 800 frustate per le accuse relative alle foto di donne conservate nel suo cellulare, ritenendosi soddisfatto del pentimento del poeta in relazione all'accusa di apostasia. Ciononostante, la corte d'appello ha raccomandato che Ashraf Fayadh fosse comunque condannato per apostasia e ha rimandato il caso al tribunale precedente che ha poi emesso la condanna a morte per apostasia.
Ad Ashraf Fayadh è stata negata la possibilità di avvalersi di un avvocato durante la detenzione e il processo, violando evidentemente le leggi nazionali ed internazionali.


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