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Politica giovedì 12 giugno 2025 ore 11:30

Polemica sul Pride, "Bambini usati per propaganda"

L'eurodeputata del Carroccio all'attacco del Comune di Pontedera: "Dovrebbe proteggere i minori, non indottrinarli". Le fa eco Elena Meini



PONTEDERA — La polemica sull'iniziativa di Arci Valdera prevista per sabato 14 Giugno, in vista del Toscana Pride, non si placa. E dopo le parole di Pro Vita & Famiglia, associazione sostenuta anche dal deputato leghista Edoardo Ziello, e la replica della vicesindaca Carla Cocilova, arrivano anche quelle dell'eurodeputata Susanna Ceccardi.

"La sinistra toscana e le associazioni Lgbt continuano a utilizzare i bambini come strumenti per le loro battaglie ideologiche - ha commentato l'ex sindaca di Cascina - stavolta lo fanno con un'iniziativa che prevede incontri per adulti, ma soprattutto laboratori e presunte attività ludiche rivolte ai più piccoli".

"Parliamo di bambini di 6 anni che, con la scusa di disegnare e colorare magliette per il Pride, verranno precocemente esposti a temi e concetti controversi su sessualità, identità di genere e orientamento sessuale - ha aggiunto - è semplicemente inaccettabile. I minori vanno protetti e accompagnati nella loro crescita, non confusi e strumentalizzati per legittimare ideologie che nulla hanno a che vedere con l’educazione".

E, come il suo compagno di partito e Pro Vita & Famiglia, Ceccardi chiede al Comune di ritirare il patrocinio. "Ancora più grave è che questa iniziativa riceva il patrocinio e il sostegno istituzionale da parte del Comune di Pontedera, che dovrebbe invece vigilare sulla tutela dei minori - ha concluso - come Lega, chiediamo il ritiro immediato del patrocinio a questa iniziativa: i bambini non si indottrinano e non si usano per fare propaganda".

A farle eco anche la capogruppo del Carroccio in Consiglio regionale, Elena Meini. "Prepareremo un’interrogazione alla Regione per chiedere lumi sull'iniziativa - ha annunciato - l'evento è riservato ai giovanissimi dai sei anni in su: è prevista, e ci mancherebbe anche questo, la presenza dei genitori, ma ci chiediamo se sia il caso di affrontare determinate tematiche, peraltro molto delicate, con bimbi che dovrebbero essere lasciati liberi di esprimersi in modo spontaneo, senza tentare d’incanalarli su argomenti".

"Qui non si tratta di essere sensibili o insensibili a determinate complesse tematiche - ha concluso - qui, per noi, c’è un tentativo, anche solo invitando i bambini a colorare delle magliette da portare al Pride, di fare un’inaccettabile e probabilmente anche pericolosa intrusione nell’animo innocente di ragazzini e ragazzine delle elementari".


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