Attualità venerdì 19 settembre 2025 ore 11:05
Sial-Cobas, "Piaggio interrompa i rapporti con Israele"

Il sindacato farà circolare un documento tra i lavoratori per chiedere all'azienda di mettere fine agli scambi commerciali con lo Stato israeliano
PONTEDERA — Di fronte a un conflitto sempre più aspro, Sial-Cobas Piaggio ha deciso di chiedere ai lavoratori di firmare un documento con cui si chiede all'azienda di interrompere i rapporti commerciali con Israele.
Del resto, lunedì 22 Settembre diverse organizzazioni sindacali hanno già indetto uno sciopero generale per il settore pubblico e privato, con l'obiettivo di manifestare solidarietà alla popolazione della Striscia di Gaza. "Ogni giorno continuiamo a ricevere, impotenti, notizie di una mattanza che sembra senza fine - hanno scritto da Sial-Cobas - il sistematico e quotidiano massacro dei civili palestinesi da parte del Governo israeliano è una concentrazione di ferocia e di brutalità".
"Soltanto l’isolamento internazionale di Israele è il presupposto per la fine di quello che è un progettato sterminio - hanno aggiunto -siamo convinti che questo isolamento possa essere solo il risultato delle prese di posizione e dello schieramento chiaro e netto dei lavoratori dei Paesi i cui Governi, continuando come se nulla fosse nei rapporti commerciali e diplomatici con Israele di fatto ne sostengono i piani".
"Solo i lavoratori, che sono il fondamento e la base della società, hanno il reale interesse e la forza di imporre la fine dell’orrore - hanno concluso - crediamo perciò fondamentale che nei posti di lavoro maturino sempre più chiaramente la consapevolezza dell’insostenibilità dell’attuale situazione e il rifiuto di tollerarla in silenzio. A questo scopo, nei prossimi giorni, proporremo ai lavoratori di sottoscrivere un documento da far circolare poi negli altri posti di lavoro e, in particolare, nelle fabbriche, di vicinanza e di solidarietà al popolo palestinese, e contenente la richiesta che la Piaggio interrompa i rapporti commerciali con Israele: non benefici del nostro lavoro uno Stato che fa dell’assassinio e dell’apartheid la propria regola di vita".
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