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Cronaca lunedì 14 dicembre 2020 ore 11:27

"Diciotto anziani ospiti sono morti per Covid"

La Rsa Casa di riposo Belvedere di Lari

La Fondazione Belvedere della Rsa di Lari esprime cordoglio ai familiari degli anziani deceduti e sottolinea lo sforzo dei propri operatori



CASCIANA TERME LARI — "E' in un momento di profonda tristezza che il Presidente e il Consiglio di Amministrazione della Casa di Riposo di Lari unitamente alla Direttrice e al personale tutto desidera comunicare il proprio cordoglio ai familiari degli ospiti vittime della pandemia".

Inizia così il comunicato della Fondazione Belvedere che gestisce la Rsa Casa di riposo Belvedere di Lari, dove con la seconda ondata della pandemia sono risultati positivi al coronavirus 57 anziani ospiti su 58 e si è dovuto fare i conti con 20 decessi, 18 dei quali correlati al Covid-19. Si tratta di numeri drammatici, resi noti oggi dalla stessa Fondazione. I decessi sono avvenuti tutti nel mese di Dicembre, quando nella struttura era già subentrato, in data 30 Novembre, il personale della Ausl Toscana nord ovest.

"La diffusione del virus COVID 19 - proseguono dalla Fondazione - che purtroppo ha colpito la nostra struttura ha determinato uno stato d'emergenza senza precedenti che ha fatto sì che la gestione sanitaria, data la presenza di soggetti positivi sia fra gli ospiti che fra il personale, passasse all'Azienda USL come previsto dai protocolli esistenti per la pandemia. Dall'altro lato il personale sanitario dipendente della struttura non colpito dal virus ha continuato a svolgere le proprie mansioni in primis nell'area non ancora interessata dal contagio e, attualmente, all'interno del coordinamento ASL, dal momento che, a parte un solo caso, tutti gli ospiti presenti risultano essere positivi. L'impegno di ognuno è rivolto costantemente a garantire la massima sicurezza degli ospiti per evitare il peggioramento della situazione".

"Nella prima ondata dei contagi della scorsa Primavera - ricordano - la struttura, grazie all'applicazione di rigidi protocolli di isolamento dall'esterno, che fortunatamente sono stati compresi e accettati sia dagli ospiti che dai loro familiari, era riuscita a impedire la possibilità della diffusione del contagio. Purtroppo, nonostante le misure di prevenzione adottate e l'applicazione stretta dei protocolli di sicurezza previsti per le RSA, con la seconda ondata di quest'ultimo periodo, il problema si è presentato, con vivo rammarico di tutti, anche all'interno della Casa di Riposo di Lari con una situazione iniziale di 58 ospiti presenti che poi, tranne uno che al momento risulta negativo, sono via via risultati tutti positivi".

"Le conseguenze di questa situazione, nonostante le cure e l'assistenza che sono state loro rivolte, hanno avuto riscontri molto dolorosi, perché purtroppo ad oggi, 13 Dicembre, 18 ospiti sono morti per COVID ed altri 2 per cause non attribuibili al virus". 

Oltre ad esprimere cordoglio, dalla Fondazione assicurano che, a fronte dell'emergenza, il proprio personale ha fatto tutto il possibile. "Preme infine rassicurare in primis le famiglie e gli ospiti - scrivono in proposito - che il personale della struttura è sempre stato presente in numero sufficiente e adeguato ai protocolli previsti e che non vi è stata mai alcuna riduzione degli operatori a garanzia della sicurezza degli ospiti e che gli stessi si sono sempre attenuti alle misure di prevenzione previste. Le cure sono state sempre messe in atto in maniera tempestiva e ove ne sia stata rilevata la necessità da parte dei medici si è provveduto in alcuni casi anche al ricovero ospedaliero, anche prima del riscontro del contagio. Successivamente alla presa in carico dei pazienti da parte dell'Azienda Sanitaria, il personale della struttura in servizio non si è risparmiato nel mantenere il buon andamento dei servizi alberghieri, del supporto logistico per gli approvvigionamenti di tutte le necessità consuete degli ospiti e per il conforto ai familiari che hanno continuato a rivolgersi alla struttura".

"Preme ringraziare in particolare tutti coloro che si sono spesi per questo - concludono dalla Fondazione Belvedere -, prolungando il proprio orario di lavoro anche oltre il dovuto, mettendo a disposizione i propri telefoni personali, continuando ad essere presenti anche dalle proprie case nel caso degli operatori positivi. Confidiamo che la situazione possa riprendersi e che con le cure e la competenza della nostra Azienda Sanitaria si possa invertire l'andamento della malattia e pian piano sia possibile tornare a lavorare nel consueto contesto familiare in cui sia i nostri ospiti che i nostri operatori sono soliti condividere le loro giornate".


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