Cronaca mercoledì 23 aprile 2025 ore 10:30
Gli spari e il precedente di Gucci, una giornata di follia dopo la lite

La discussione tra padre e figlio, il primo estrae la pistola e inizia il dramma: una storia travagliata che riporta a galla un passato tremendo
SANTA MARIA A MONTE — Il figlio, per fortuna, non ha subìto conseguenze gravi. Mentre per lui, Benedetto Ceraulo, 63 anni, la sparatoria ha portato a un ricovero all'ospedale di Cisanello, in condizioni critiche. Sono state ore di follia a Santa Maria a Monte, in via Fontine, tra Quattro Strade, Pagnaccio e Tavolaia, dove in un'abitazione di campagna un padre, dopo una discussione, ha estratto una pistola e fatto fuoco.
Il quadro di quanto accaduto, a ormai 24 ore di distanza, sembra acclarato: tra Ceraulo e il figlio, 37 anni, è scoppiato un litigio mentre quest'ultimo si trovava nella casa che il primo ha preso in affitto da qualche tempo. Ben presto, dalle parole si è passati ai fatti e il 63enne avrebbe sparato contro il figlio, ferendolo soltanto lievemente. Infatti, questi sarebbe riuscito a uscire, salire in auto e scappare in un bar a qualche centinaio di metri.
Proprio mentre il 37enne era riuscito a fuggire, il padre si sarebbe puntato contro la pistola e avrebbe fatto fuoco, ferendosi in maniera grave. Sul motivo della lite e sull'esatta dinamica di quanto accaduto, però, saranno i Carabinieri a fare chiarezza con le indagini e ascoltando proprio il figlio.
E mentre la notizia, da sola, stava attirando l'attenzione, anche il passato del padre che è tragicamente tornato alla ribalta. Originario di Caltanissetta, Ceraulo è infatti tra i protagonisti del delitto che nel 1995 portò alla morte di Maurizio Gucci, imprenditore e storico presidente dell'omonima casa di moda negli anni Ottanta.
Secondo la giustizia, il 63enne è l'esecutore materiale dell'omicidio, nonostante lui si sia sempre dichiarato innocente. Nel 1998 è stato condannato all'ergastolo in primo grado, mentre due anni più tardi i giudici della Corte d'assise d'appello decisero di attenuare la pena, tramutata in 28 anni, 11 mesi e 20 giorni. Questa sentenza, poi, è stata confermata dalla Corte di Cassazione. Una pena scontata dopo la semilibertà e, alla fine, ecco il trasferimento, appunto, in provincia di Pisa, con un passaggio anche ad Acciaiolo, nel territorio comunale di Fauglia. Fino al tragico epilogo di ieri.
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