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Lavoro venerdì 06 gennaio 2017 ore 17:36

"Hanno licenziato quelli che guadagnavano meno"

Stefano Benvenuti, Fiom Cgil

La Fiom Cgil ha criticato duramente le scelte della proprietà Ristori: "Hanno cacciato chi produceva tenendo chi guadagna quanto i manager"



SANTA MARIA A MONTE — Le Officine Ristori di Montecalvoli hanno licenziato 48 lavoratori con una lettera inviata pochi giorni prima di Natale. Sull'argomento è intervenuto Stefano Benvenuti della Fiom Cgil: "E' una scelta quantomeno bislacca, Ristori ha scelto di abbattere i costi del lavoro eliminando dalla compagine lavorativa chi percepiva gli stipendi più bassi e mantenendo in forza chi percepisce emolumenti analoghi a quelli di un manager o di un quadro grazie a superminimi estremamente rilevanti".

In sostanza per Bevenuti Ristori "ha mantenuto in forza essenzialmente la totalità degli impiegati ed ha invece eliminato chi nel ciclo produttivo faceva la produzione prettamente intesa. Veramente strano questo modo di risanare che si è disfatto quasi totalmente di chi era adibito a produrre".

"Le Officine Ristori - ha proseguito Benvenuti - hanno sempre sostenuto di aver presentato domanda di concordato preventivo in continuità per superare la crisi aziendale in atto, nell’intento di salvaguardare la prosecuzione dell’attività imprenditoriale. Il 23 dicembre sembra però che la Direzione Aziendale non abbia scelto né di superare la crisi né tanto meno di salvaguardare la prosecuzione dell’attività imprenditoriale".

L'esponente di Fiom Cgil si è posto delle domande: "Chi farà, dal 24 dicembre la produzione ora che sono stati eliminati interi reparti, interi cicli produttivi?. E' azzardato dire che le Officine Ristori delocalizzeranno, appaltando quindi a terzi, interi cicli produttivi? Questo però non è prosecuzione dell’attività imprenditoriale".

Per Benvenuti delocalizzare è "mera ricerca di guadagno attraverso la mercificazione dei lavoratori". Il sindacalista è poi tornato a parlare degli stipendi alti di alcuni dipendenti: "Guadagno questo che verrà poi  nei fatti azzerato o gravemente compromesso dai costi delle retribuzioni di quei dipendenti che hanno emolumenti altissimi e dai costi diretti ed indiretti delle eventuali delocalizzazioni". 

"Tutto questo - ha supposto Benvenuti - fa legittimamente pensare che l’azienda di Montecalvoli stia in realtà cercando la messa in liquidazione della propria attività. Forse chi dirige l’azienda sta progettando di investire in una nuova società?".

"Se così fosse - ha concluso Benvenuti - saremmo di fronte ad un utilizzo di libertà di impresa e dei propri capitali al di fuori dei vincoli dati dalla procedura concordataria e, soprattutto, al di fuori da quel clima sociale, gravemente compromesso, determinatosi per le scelte imprenditoriali dalla stessa Società assunte. Si sfuggirebbe così dalle proprie responsabilità".


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