Nel piazzale antistante al punto vendita di via Terracini, nei prossimi mesi, ci sarà un cantiere "itinerante" per realizzare il nuovo spazio

Fedez infastidito dal ragazzo che lo riprende mentre balla sul tavolo di un locale a Porto Cervo: sferra un calcio per allontanarlo

Lavoro sabato 13 aprile 2013 ore 12:05
Sette anni di precariato e alla fine nessun lavoro
Le storie dei lavoratori stagionali della Piaggio
PONTEDERA - Alvaro Pezzini ha 46 anni, vive a Cascina e da sette anni entra ed esce dalla Piaggio con contratti a termine. Quando è in Piaggio fa il carrellista, uno dei lavori più pesanti della catena di montaggio, quando non è in fabbrica è disoccupato e ora rimarrà disoccupato per tutti i 12 mesi di questo 2013 che si preannuncia difficile da superare. “Con il contratto che doveva partire adesso, sarei potuto arrivare alla quota dei mille giorni di servizio e forse potevo sperare in un’assunzione, invece ora non ho nessuna speranza. Quando non sono in Piaggio non riesco a trovare nient’altro da fare”. Pezzini ha famiglia e figli, ma questo poco importa alla logica della fabbrica. L’importante è che Piaggio quando si chiudono i bilanci e si tira la riga abbia utili e dividendi per gli azionisti. Anche gli operai precari però tirano la riga e loro di utili e dividendi a casa non ne portano. Paola Citi ha varcato i cancelli dello stabilimento di via Rinaldo Piaggio per la prima volta nel 2006, poi si sono susseguiti i contratti a termine. Ogni anno nel periodo primaverile-estivo ha lavorato in catena di montaggio e ora, a 40 anni si trova a non poter più contare neppure su questi mesi di lavoro precario. “Ho iniziato a lavorare quando avevo 14 anni, quest’anno pensavo di poter entrare part-time ed essere assunta, perché sarei arrivata ai 1000 giorni di lavoro e invece rimarrò a casa”. Poi aggiunge: “La colpa di tutto questo è del governo Monti. Quando non sono qui mi ingegno, vivo da sola e quindi ho bisogno di guadagnare”. Elisa Cei, 39 anni appena compiuti, dal 2007 entra ed esce dalla catena di montaggio delle 2 ruote. Ogni anno ha lavorato per quattro, cinque mesi, poi a casa e ogni anno il rituale del precariato, per più di un lustro si è ripetuto puntualmente. Quest’anno anche lei sarebbe entrata part-time sulla base dell’accordo dei mille giorni siglato nel 2009 e invece rimarrà a casa a Ponsacco, perché Piaggio non assume e allo stesso tempo sposta l’asticella de contratto part-time un po’ più su, aggirando legalmente accordi sindacali e parole date.
PONTEDERA - Alvaro Pezzini ha 46 anni, vive a Cascina e da sette anni entra ed esce dalla Piaggio con contratti a termine. Quando è in Piaggio fa il carrellista, uno dei lavori più pesanti della catena di montaggio, quando non è in fabbrica è disoccupato e ora rimarrà disoccupato per tutti i 12 mesi di questo 2013 che si preannuncia difficile da superare. “Con il contratto che doveva partire adesso, sarei potuto arrivare alla quota dei mille giorni di servizio e forse potevo sperare in un’assunzione, invece ora non ho nessuna speranza. Quando non sono in Piaggio non riesco a trovare nient’altro da fare”. Pezzini ha famiglia e figli, ma questo poco importa alla logica della fabbrica. L’importante è che Piaggio quando si chiudono i bilanci e si tira la riga abbia utili e dividendi per gli azionisti. Anche gli operai precari però tirano la riga e loro di utili e dividendi a casa non ne portano. Paola Citi ha varcato i cancelli dello stabilimento di via Rinaldo Piaggio per la prima volta nel 2006, poi si sono susseguiti i contratti a termine. Ogni anno nel periodo primaverile-estivo ha lavorato in catena di montaggio e ora, a 40 anni si trova a non poter più contare neppure su questi mesi di lavoro precario. “Ho iniziato a lavorare quando avevo 14 anni, quest’anno pensavo di poter entrare part-time ed essere assunta, perché sarei arrivata ai 1000 giorni di lavoro e invece rimarrò a casa”. Poi aggiunge: “La colpa di tutto questo è del governo Monti. Quando non sono qui mi ingegno, vivo da sola e quindi ho bisogno di guadagnare”. Elisa Cei, 39 anni appena compiuti, dal 2007 entra ed esce dalla catena di montaggio delle 2 ruote. Ogni anno ha lavorato per quattro, cinque mesi, poi a casa e ogni anno il rituale del precariato, per più di un lustro si è ripetuto puntualmente. Quest’anno anche lei sarebbe entrata part-time sulla base dell’accordo dei mille giorni siglato nel 2009 e invece rimarrà a casa a Ponsacco, perché Piaggio non assume e allo stesso tempo sposta l’asticella de contratto part-time un po’ più su, aggirando legalmente accordi sindacali e parole date.
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