Cronaca giovedì 06 marzo 2014 ore 12:46
Una lettera per salvare le volpi

La Provincia ha fatto dietrofront sulla decisione di abbattere 500 volpi, ma la risposta non convince i cittadini
VALDERA — La posizione è della provincia di Pisa, pur avendo sospeso il piano di controllo faunistico che prevede la soppressione di circa 500 volpi, rimane non legata a una scelta politica ma alla paura di ricorsi e burocrazia che potrebbero costare all'ente molto cari in termini economici. In una nota stampa dell'ente infatti si legge: "La decisione pur sottolineando la correttezza formale e normativa degli atti sospesi, è motivata dalla volontà di evitare, se possibile, i costi e le lungaggini del possibile contenzioso formale e dalla ravvisata necessità di ricondurre in un ambito di maggiore informazione e partecipazione alle scelte inerenti tale argomento le associazioni provinciali ambientaliste, agricole, venatorie e gli Ambiti territoriali di caccia presenti nella Consulta faunistico-venatoria provinciale". Una risposta che non ha convinto fino in fondo gli ambientalisti, dal momento che non esclude la possibilità in futuro di ritornare a soluzioni di contenimento della popolazione delle Volpi attraverso l'attività venatori.
Alla
nostra redazione è arrivata una lettere aperta inviata da una
cittadina Alessandra Pollina e indirizzata alla Provincia di Pisa al
presidente Pieroni e all'assessore allo sviluppo rurale, alla
forestazione e alla difesa della fauna. La riportiamo integralmente.
“Scrivo
per unirmi alla richiesta di molte persone di annullare immediatamente la prevista uccisione di centinaia di volpi sul
territorio. Più persone hanno segnalato la notizia della decisione
della Provincia di Pisa di uccidere 500 volpi sul territorio. Anche
in questo caso, come già in altre province, il metodo è quello
della "caccia in tana": i cani vengono aizzati contro le
volpi e cercano di farle uscire dalle tane, facendo così strage
soprattutto di mamme e cuccioli.
Le
istituzioni non possono essere mandanti di una tale ingiustificabile
violenza. Oltre a questo, è davvero necessaria una diminuzione del
numero di volpi? A che pro? Affinché non facciano concorrenza ai
cacciatori in quanto predatori? In secondo luogo, non ha
davvero senso un intervento dell'uomo per regolare la natura: il
numero corretto di animali in un dato territorio viene raggiunto in
modo naturale, com'è sempre stato. L'intervento dell'uomo causa
spesso solo danno, e in ogni caso un intervento cruento non è mai
auspicabile. Chiediamo alle istituzioni di ascoltare la
maggioranza della popolazione, che è contro la caccia.
Chiediamo
pertanto l'annullamento della decisione di uccidere le
volpi”.
Alessandra
Pollina
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