Attualità mercoledì 04 febbraio 2015 ore 17:10
Valderesi all'estero - Quinta puntata, Vienna
In Austria per una storia particolare, con un analista di calcio che combatte le partite truccate: "I calciatori scommettono, ma si possono fermare"
PONTEDERA — Partite mai giocate ma su cui si scommettono milioni di euro, calciatori scommettitori incalliti e pieni di debiti, la possibilità di prevedere un risultato esatto in anticipo, il desiderio di vedere un calcio pulito senza partite truccate.
Il quinto capitolo di Valderesi all'estero arriva da Vienna. Giuseppe Bini ha 35 anni è nato a Pontedera ma vive in Austria, dove tra pochi giorni aprirà una società di consulenza per le squadre di calcio. La sua missione? Studiare i numeri. L'obiettivo? Prevedere in anticipo se ci sono partite truccate.
Bini lavorava per Federbet, società che raccoglie i bookmakers e che balzò agli onori della cronaca lo scorso luglio quando inviando due sms ai giornalisti del quotidiano La Repubblica anticipò i risultati di due gare di Europa League e Champions che stavano per iniziare.
Adesso Bini aprirà una società per offrire consulenze alle squadre italiane e del mondo per evitare partite truccate. A QuiNews Valdera ha raccontato la sua esperienza.
“Nel 2015 ogni partita truccata lascia una traccia, - dice Bini - soprattutto perché viene truccata per guadagnarci e per far sì che succeda ciò significa immettere nel mercato una quantità abnorme di denaro e tutti in un’unica direzione. Se ad esempio una partita di Lega pro cattura in media 200mila euro, nasce un dubbio quando vedi oltre un milione di euro su un unico segno. Non significa che la partita sia manipolata, possono esserci assenze pesanti o altro, ma quando ti accorgi che non ci sono novità significative, non rimangono alternative. Purtroppo non sono casi isolati”
Hai mai parlato con qualche giocatore che vendeva le partite? Cosa ti ha detto?
“No, non ho mai parlato con nessun giocatore che si è venduto, ma sono andato in Ungheria a parlare con Wilson Perumal, 45enne di Singapore che ha alterato il risultato di tantissime partite, è stato arrestato ed ora vive sotto protezione in Ungheria. La cosa che mi ha più colpito è quando mi ha detto che spesso in Italia erano i giocatori a contattare i gruppi criminali e non l’opposto”
Dacci qualche numero sulle partite truccate, qualche percentuale in Italia, in Europa. Qualche curiosità.
“Sono state denunciate molte partite, è difficile fare una statistica perché ci sono alcuni campionati in cui la percentuale di fixed matches è altissima, ma sarebbe riduttivo dire che questo succede soltanto in campionati poveri, lo scorso anno si sono verificati casi anche in Svezia o Portogallo. La cosa più assurda che mi è capitata è stata una partita amichevole giocata ad agosto alle 9 di mattina in Portogallo, Freamunde – Ponferradina. Questa partita in realtà non è stata mai disputata mentre i vari bookmakers offrivano anche il live, ovvero la cronaca in tempo reale con quote annesse. Dopo qualche controllo incrociato durato un giorno intero, abbiamo intuito che c’era qualcosa di molto strano, siamo andati in Portogallo per cercare di capirne di più ed abbiamo saputo dal custode del campo che quella mattina c’era una partita, ma giocata da ragazzi come potremmo essere io e te, chi con la maglia di Messi, chi con la maglia di Ronaldo, senza arbitro. Dalle cronache invece risultavano 7 ammoniti ed un espulso. Qualcuno si è inventato questa partita, hanno deciso che la squadra A era il Freamunde, la squadra B il Ponferradina e gli hanno dato un pallone, i bookmakers hanno mandato uno scout per la cronaca live e con questo stratagemma hanno guadagnato circa 1 milione di euro. Per fortuna ce ne siamo accorti, sollevato la questione ed i bookmakers non hanno pagato le vincite”
Quali sono stati i riconoscimenti che hai avuto del tuo lavoro dai dirigenti di calcio?
“Alcune società italiane, oltre la Lega calcio spagnola si sono affiliate perché hanno capito che serve un supporto alle società, in modo da evitare qualsiasi problema di questo tipo, attraverso controllo e prevenzione.
Il direttore generale Marino dell'Atalanta e i dirigenti dell'Udinese si sono interessati, come vi hanno accolto?
“L’Udinese è ormai da oltre un anno che si è dotata di questo tipo di servizio, ci hanno consigliato all’Atalanta e Pierpaolo Marino ci ha chiesto un appuntamento per capirne di più. Entrambe le società, oltre alla Sampdoria, Varese e Novara, sono contente del nostro lavoro. Il fatto che due società all’avanguardia come Udinese e Atalanta (colpita in passato dallo scandalo calcioscommesse con Cristiano Doni condannato, ndr) siano state la prime squadre italiana a volersi dotare di questo tipo di controllo ci fa capire che la strada è quella giusta”
Qual è la cosa più bella da quanto fai questo lavoro? E la più brutta?
“Ce ne sono tante, positive e negative. La cosa più bella è aver ricevuto i complimenti dalla Fifa, dalle società e vedere che grazie anche al mio lavoro non si sono più verificati casi in Spagna, basta pensare che lo scorso anno tutte le squadre, anche quelle di metà classifica, si sono giocate alla morte ogni partita. In Liga Adelante c’era una partita all’ultima giornata dove con un pareggio si sarebbero salvate entrambe le squadre, invece grande agonismo e grinta e la partita è finita 2-0, con gli ospiti retrocessi. La cosa più brutta è quando hanno ucciso un nostro collega bulgaro reo di aver denunciato delle partite in Bulgaria, purtroppo minacce più o meno velate ogni tanto arrivano, ma confidiamo sempre nel buon senso”
René Pierotti
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