Bambine Ribelli cercasi
di Gianni Micheli - giovedì 09 settembre 2021 ore 10:41
Una sola occasione ancora di dialogo con il pubblico, mercoledì 22 settembre nella cornice della Fortezza Santa Barbara di Pistoia, e calerà il sipario su uno degli eventi e degli incontri più colorati e appassionati dell’estate 2021: il concerto spettacolo Storie della Buonanotte per Bambine Ribelli portato in scena dall’Orchestra Multietnica di Arezzo insieme a Margherita Vicario, una produzione Officine della Cultura, Argot Produzioni e Progetto Goldstein. Un concerto in cui, per mia fortuna, ho avuto modo di fare la mia parte tra note, canti e non poche emozioni.
A tournée quasi conclusa posso dire che i racconti di Elena Favilli e Francesca Cavallo, editi da Mondadori, non avrebbero potuto incontrare testimoni migliori per attraversare il pubblico dello spettacolo dal vivo: da un lato la frizzante vivacità di un ensemble dalle molteplici voci e da valori fortemente condivisi, dall’altro una cantante eclettica e ironica, capace di trasmettere con il sorriso un’immagine nitida della società contemporanea. E delle sue ribelli. Eppure...
È curioso riflettere come l’aggettivo “ribelle”, a cercarlo sul dizionario, rimandi a connotazioni che poco hanno a che fare con alcune parole chiave dell’esperienza umana e artistica dell’Orchestra Multietnica di Arezzo, una tra tutte: “pace”. L’etimologia rimanda alla “guerra” (dal latino bellum) ma anche alla sollevazione, armata, contro l’autorità mentre, in senso figurato, il o la ribelle è colui o colei che è “recalcitrante al vero e al giusto”, restio fino all’ostinazione a lasciarsi guidare, reazionario se vogliamo, disubbidiente e indisciplinato. Non ci sarebbe dunque di che vantarsi nel portare in scena storie di “bambine ribelli” se non fosse che ci sono termini che acquistano nel confronto con il reale significati che vanno ben oltre l’arte della lessicografia. Io stesso, lo ammetto, nonostante la mia inclinazione al sostegno della “pace”, del “disarmo”, “del vero e del giusto”, a confronto con le Storie della Buonanotte per Bambine Ribelli non posso che augurare a mia figlia di farne parte, di stare tra le ribelli della storia se la storia lo chiede; e a me di starle accanto.
Nello sfasamento “ribelle” di un aggettivo da riabilitare, vi è anche, e soprattutto, la connotazione di genere. Se “il vero e il giusto” soggiace all’imposizione di un sistema di valori iniquo e parziale, di orientamento maschilista, il ribellarsi all’autorità può stare non dalla parte del torto ma del diritto. Ed è purtroppo questione e problema affatto risolto, come si legge sulle pagine dei quotidiani, locali e internazionali. Una ragione in più per essere tutti un po’ ribelli specialmente per quanto riguarda i diritti “negati” da una comoda lettura del quotidiano: comoda per i maschi, comoda per i potenti, comoda per chi ricava vantaggi dalla mancata estensione di un qualsiasi diritto a chi ne avrebbe diritto.
Le motivazioni fondanti del progetto che ha unito l’Orchestra Multietnica di Arezzo e Margherita Vicario, e del legame che ci spinge ad avvicinarci alle tante bambine ribelli della storia, sono dunque forse da narrarsi in un’immagine della ribelle che, dove scrive “indisciplina”, legge “ciò che non si lascia vincere”, dove scrive “ostinazione” legge “ciò che resiste”, dove scrive “disubbidienza” legge infine, e soprattutto, la “difesa di un diritto negato”, di una riconosciuta libertà alla possibilità di esprimersi, di sognare e di realizzare i propri sogni, anche a costo della propria libertà. Come molti dei musicisti dell’OMA conoscono bene sulla propria pelle, sul lungo viaggio che hanno dovuto compiere, e su quanto hanno dovuto abbandonare per non lasciarsi vincere.
Non c’è dunque migliore augurio che potrei farmi e farvi di quello di vivere un presente di bambine ribelli. Il nostro futuro ne avrebbe solo vantaggi. Bambine ribelli cercasi.
Gianni Micheli
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Le foto pubblicate sono state scattate da Antonio Viscido in occasione della replica delle Storie della Buonanotte per Bambine Ribelli presso l’Anfiteatro Romano di Arezzo in data 4 agosto 2021.
Gianni Micheli