Attualità sabato 02 agosto 2025 ore 09:15
Biancoforno, "Iscritti Cgil privati delle 40 ore"

Il sindacato chiede risposte sugli orari e sulle telecamere installate dall'azienda: "Basta chiacchiere, servono fatti verificabili da tutti"
CALCINAIA — La Flai Cgil accende nuovamente i riflettori sulla situazione della Biancoforno, il biscottificio di Fornacette dove, ormai da tempo, va avanti la protesta dei lavoratori, arrivata sino alla Camera dei deputati.
Il sindacato, infatti, ha denunciato la presunta discriminazione nei suoi confronti e, soprattutto, nei confronti dei propri iscritti. "Ci troviamo di fronte a una narrazione costruita ad arte, che cerca di spostare l’attenzione da ciò che realmente accade alla Biancoforno - hanno scritto dalla Flai in una nota - siamo sempre stati presenti ai tavoli di confronto, tranne quando la propria delegata è stata sospesa. Una sospensione curiosamente selettiva: cinque persone coinvolte, ma una sola allontanata dal lavoro. Proprio chi rappresentava i lavoratori".
"Si accusa il sindacato di creare divisioni, eppure ci pare che il primo volantino che distingue tra lavoratori bravi e lavoratori cattivi portasse la firma dell’azienda - hanno aggiunti - nel frattempo, abbiamo presentato ben tre piattaforme contenenti delle proposte precise, puntualmente ignorate. Evidentemente il confronto è auspicabile solo quando è sterile: nella stessa giornata infatti un’ altra iscritta alla Cgil ha ricevuto l’ ennesima lettera di sospensione".
"Nel regno dell’inversione logica, si dice che gli straordinari sarebbero bloccati quando ci sarebbe tanto da fare - hanno proseguito - ma allora, ci si chiede: perché mai gli iscritti alla Cgil non raggiungono nemmeno le 40 ore di lavoro settimanali da settimane? Su un punto, sia chiaro, siamo d’accordo: i fatti parlano da soli".
E dopo aver posto una serie di domande sugli orari e sull'installazione delle telecamere sui posti di lavoro, la Flai va poi all'attacco. "Pretendiamo risposte dirette - hanno concluso - non ci interessano più le narrazioni accomodanti, né le accuse velate: vogliamo impegni concreti, pubblici e verificabili, per un azienda così solerte nel distribuire colpe quando si tratta di parlare del sindacato. È finito il tempo delle chiacchiere. Adesso servono fatti".
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