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Attualità giovedì 26 agosto 2021 ore 11:00

​Il futuro della Casa del Popolo

Il rilancio della storica Società Cooperativa di Fornacette attraverso una serie di iniziative anticipate in esclusiva dal Presidente Ivan Ferrucci



CALCINAIA — Lo sviluppo urbanistico di un paese avviene usualmente intorno ad una piazza, spesso la piazza della chiesa. Nel caso di Fornacette, frazione del Comune di Calcinaia, la piazza è stata La Casa del Popolo, il luogo simbolo di una comunità che qui trovava il proprio centro di aggregazione. 

Simbolo di un’epoca e di una generazione scomparse, la sua matrice operaia e la forte tradizione politica hanno lasciato indelebili tracce anche nelle nuove generazioni ora incaricate di proseguire e al contempo rinnovare la strada allora indicata.

A fronte dei profondi cambiamenti che hanno trasformato l’assetto sociale anche delle piccole realtà comunali come Fornacette, la storica Società Cooperativa Casa del Popolo costituita nel 1978 proprietaria del circolo Operaio Arci nonché della discoteca Freedom ( "La terrazza" fino al 1985 ), sta pensando di rilanciarsi, attraverso una serie di iniziative intorno alle quali abbiamo interpellato il Presidente Ivan Ferrucci

“La cooperativa nacque per essere lo strumento aggregativo di un Paese in piena crescita socio-economica. Oggi questo intento, deve essere ridefinito sulla base dei cambiamenti intervenuti e delle mutazioni profonde della nostra realtà. Nel corso dei decenni - e per effetto delle trasformazioni intervenute nei processi produttivi, nella divisione internazionale del lavoro, nell’assetto urbanistico e nei meccanismi di socializzazione politica - la frazione è profondamente mutata, la comunità si è in parte disgregata e la Casa del Popolo ha perso il suo ruolo di punto di riferimento. Terzo comune più giovane della Toscana per età media, Calcinaia e la sua frazione Fornacette, hanno esigenze diverse da allora, rispondenti a questa nuova identità, a cui la cooperativa intende dare una risposta.”

Da qui l’idea di un piano di d’iniziative di rilancio della cooperativa, definito nell’assemblea dei soci del dicembre scorso e proposto dal Consiglio di Amministrazione della cooperativa, eletto un anno fa:

 “I tre punti fondamentali del piano prevedono per prima cosa il completamento del progetto del Parco della Fornace. Nato dalla vendita dell’area dismessa del Velodromo, il parco aspira ora al compimento del progetto che lo riguarda. Questo sarà, auspichiamo, realizzabile, grazie alle possibili risorse provenienti dalla cessione degli ambienti della discoteca soprastante il circolo. Per agevolare poi il lavoro della nuova struttura del Parco della Fornace, si arriva al secondo punto del piano cioè quello di dare il via alla costituzione di un’associazione culturale. Infine il terzo punto, che prevede anche la nascita di una nuova società sportiva costituita insieme ad altre società sportive del paese, per trasformare il Parco della Fornace in un luogo di riferimento e di sviluppo per le diverse attività sportive.”

Il Parco della fornace

Per questo ambizioso progetto immaginiamo serva nuova linfa da far scorrere nel tessuto sociale e creare, un terreno idoneo al germogliare di una comunità rinnovata. Come intendete operare in questa direzione? 

“Con questo proposito è nato “Ri.Cò - Rigenerare Comunità” un percorso di ascolto e partecipazione promosso dalla cooperativa con l’obiettivo di coinvolgere cittadini, associazioni e categorie socio-economiche della comunità̀ fornacettese per contribuire alla definizione delle linee guida del Piano Operativo che l’amministrazione comunale sta avviando, relativamente all’immobile della Casa del Popolo posto in Via Tosco Romagnola.”

Si riferisce principalmente alla discoteca? 

“Sì, esattamente. Pensate che già negli anni ’80 la sala da ballo/discoteca La Terrazza poi Freedom, registrava diverse decine di migliaia di presenze annuali. Quel tempo ormai si è esaurito ma possiamo trasformarlo e ripensarlo in funzione della nuova realtà cittadina.”

L'area dell'ex velodromo

Anche l’area del ex Velodromo è interessata a un progetto di rivalorizzazione che vedrà presto la luce. Nella relazione sul Piano di Recupero, appena scaduto, già si legge che è previsto un collegamento con l’area retrostante dell’ex Velodromo e l’ex Parco dei Pini: 

“In base al Regolamento Urbanistico (RU) comunale recentemente scaduto, l’area in cui sorge lo storico immobile della Casa del Popolo di Fornacette poteva essere già trasformato attraverso la presentazione di un Piano di Recupero che si attenesse alle destinazioni d’uso prescritte dallo stesso Regolamento. Perciò oggi nella riqualificazione dell’area, si deve percorre un’idea di integrazione urbanistica tra nuovo ed esistente, perché l’interesse da garantire rimanga quello pubblico, in accordo con l’amministrazione comunale. A tal fine la cooperativa ha inteso, attraverso Ri.Cò, coinvolgere cittadini e i rappresentanti del mondo associativo, delle professioni e del mondo economico per raccogliere spunti e riflettere insieme su come tradurre i bisogni della comunità e contribuire alla rigenerazione dell’intera frazione.”

Ivan Ferrucci

La Società Cooperativa si fa quindi, pur essendo un attore privato, portavoce di un interesse pubblico.

“Sì. Nell’ultimo anno e mezzo la cooperativa è cresciuta con 22 nuovi soci sui 272 totali e pensa di espandersi ancora, perché è fondamentale ampliare la base sociale. A nostro avviso la forma cooperativa rimane ancora oggi lo strumento prediletto per la realizzazione di questi intenti: la sua natura condivisiva, si presta al rilancio di un senso di appartenenza al progetto. La scelta di trasformare più di quaranta anni fa, una “società semplice” in cooperativa per garantire più stabilità alla gestione delle attività in grande crescita, risultò una scelta lungimirante ed efficace. Rispetto a quella generazione, le cose sono molto cambiate ma l’impegno doveroso viene dall’importante eredità che l’operosa generazione precedente ci ha lasciato. Anche Fornacette però è radicalmente cambiata. Perdendo la base sociale che caratterizzò quell’epoca, a noi viene l’arduo compito di ricostituire ciò che si è sfibrato e il progetto ha come obbiettivo fondamentale esattamente questo: la rigenerazione di una comunità per un futuro migliore.”

Elisa Cosci
© Riproduzione riservata


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