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Attualità mercoledì 08 febbraio 2017 ore 15:45

Una cooperativa per il parco delle auto d'epoca

Gli ideatori e promotori del Parco Valdera Auto d'Epoca

Il progetto milionario per la realizzazione di un'area dedicata ai motori prende forma. Costituito il comitato esecutivo. I nomi dei componenti



CAPANNOLI — Auto storiche, in un parco unico nel suo genere, attrezzato nel centro della Toscana, dove condividere la passione per motorismo. L'idea si avvicina alla sostanza e l'iter per la realizzazione di quello che si chiamerà Parco Valdera Auto d'Epoca compie un altro passo per diventare realtà. Una realtà, sperano gli ideatori, in grado di calamitare turisti e risorse economiche.

Ora l'idea è sulla carta ed è esiste un comitato esecutivo di esperti e imprenditori che si occuperà di accompagnare la "creatura" al suo compimento. I nomi (e i volti) sono stati resi noti questa mattina a Villa Baciocchi, nel cuore di Capannoli: vicepresidente Paolo Ceccanti, consigliere Alessandro Paolini, soci Ermanno de Angelis, Marco Tarducci, Euro e Simone FoschiLuca Montagnani ed Eugenio Leone, quest'ultimo consigliere delegato alla città dei motori per il Comune di Pontedera.

Un altro step è stato quello di decidere la forma associativa alla quale affidare la gestione del parco: sarà una cooperativa a occuparsene. Il presidente della neonata società è Marzio Rifiuti. "La nostra è una cooperativa che vorrebbe avere un azionariato diffuso - ha spiegato il presidente - si rivolge a chiunque abbia un interesse di tipo costruttivo e le adesioni sono libere".

Il progetto è ambizioso e viaggia adesso verso un piano industriale che servirà a definire i contenuti particolari e sarà dunque propedeutico alla messa in cantiere del parco. Molte particolari comunque sono già noti: nell'area di 13 ettari che sorgerà tra Capannoli e Selvatelle, ai piedi della salita che porta verso Santo Pietro Belvedere, troveranno spazio auto storiche, datate 1920, fino a quelle che hanno venti anni di vita, mezzi militari, prototipi di auto per le corse sportive, modelli di Vespa, moto, macchine agricole, biciclette, camion d'epoca e una sezione che parla dei motori del futuro.

La sindaca Arianna Cecchini ha specificato che "Capannoli si terrà ben stretto il suo Parco" ma che questo non significherà precludere collaborazioni con realtà anche molto distanti dal territorio, sul quale si spera di convogliare appassionati, esperti del settore e semplici curiosi nell'ottica dell'attrazione turistica.

I finanziamenti provengono sia da imprese private che dal contributo (assicurato, dicono i promotori) di alcune banche locali fra cui quella Popolare di Lajatico e quella di Pisa e Fornacette. Alessandro Paolini, che si occupa della parte finanziaria e imprenditoriale del progetto, ha dichiarato che le caratteriste del Parco "Lo rendono attrattivo e finanziabile. Queste qualità - ha chiarito - si potranno tradurre in attività economiche, commerciali e turistiche. Per sapere quando, in concreto, il Parco comincerà a vedere la luce, sarà necessario attendere la messa a punto del piano industriale".

Rispetto all'eventuale ruolo delle banche, ha precisato: "Il progetto non creerà debito, ma è stato pensato su criteri di sostenibilità". Per la sindaca Cecchini, si tratta di un toccasana per un area soggetta a degrado, che in questo modo verrà recuperata. L'idea Parco è stata lanciata in origine da Paolo Ceccanti, Silvano bagagli e Alfredo Signorini. "Oggi - ha detto Bagagli - si passa dal dire al fare".

Ma per il momento, sempre sulla carta.


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