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Attualità venerdì 22 luglio 2022 ore 10:36

Discarica della Grillaia, gli esiti dei controlli Arpat

La discarica della Grillaia

Verificata la regolarità dell'impianto rispetto all'Autorizzazione integrata ambientale rilasciata dalla Regione Toscana nel 2020



CHIANNI — Nel Marzo scorso Arpat ha fatto visita alla discarica della Grillaia di Nsa, per verificare le prescrizioni previste nell’Aia rilasciata nel 2020 dalla Regione Toscana, sebbene - hanno spiegato dall'agenzia regionale per la tutela ambientale - "i conferimenti dei rifiuti non sono iniziati perché la ditta sta ultimando le operazioni dedicate ad allestire le opere necessarie all’avvio della fase di coltivazione della discarica". Di oggi la pubblicazione dei risultati.

"Il controllo - si legge nella relazione Arpat - è stato comunque svolto per verificare il rispetto delle prescrizioni AIA e del Piano di Monitoraggio e Controllo in vista della prossima operatività dell’impianto. L'attività di controllo non ha evidenziato irregolarità e sono stati valutati gli approfondimenti tecnici effettuati dalla ditta riguardo al monitoraggio delle acque sotterranee che nel 2021 aveva registrato superamenti delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione (CSC)".

"La discarica di Chianni - ricostruiscono da Arpat - è stata attivata nel 1990 accogliendo rifiuti solidi urbani, rifiuti speciali non pericolosi e, dal luglio 1992 al maggio 1998, anche fanghi di depurazione dell’industria conciaria, quando è intervenuta la chiusura anticipata (Delibera della Giunta Provinciale n. 182 del 29/05/1998) anche a seguito delle forti proteste di comitati e cittadini per le maleodoranze causate dall'impianto. La Regione Toscana ha autorizzato con AIA nel 2020 un progetto che prevede di realizzare, per il corpo discarica esistente, un intervento di Messa In Sicurezza definitiva e ripristino ambientale (MIS), realizzando una copertura (capping) definitiva, al fine di garantire il completo isolamento rispetto all’ambiente esterno. Attraverso questo intervento sulla porzione sommitale della discarica è stata individuata un’area su cui realizzare un recupero volumetrico, finalizzato a colmare il cavo attualmente presente, che si è venuto a creare con l'interruzione anticipata dei conferimenti dei rifiuti e alla conseguente prematura chiusura della discarica, avvenuta nel 1998, con un mancato conferimento di circa 300 000 m3 di rifiuti, rispetto alle volumetrie previste dal progetto approvato dalla Provincia di Pisa (DD nr. 205 del 15.01.2014)".

La messa in sicurezza, com'è noto, avverrà attraverso il conferimento di 270mila metricubi di fibrocemento contenente amianto (eternit). Per Arpat "la messa in sicurezza comporterà, come diretta conseguenza, una rilevante riduzione della produzione di percolato e di emissione di biogas; il recupero volumetrico da realizzare sull'area sommitale potrà costituire anche messa in sicurezza definitiva dei rifiuti sottostanti e dovrà essere idraulicamente separato dal corpo della discarica esistente, secondo quanto previsto dal D. Lgs. 121/2020".

Nel corso del sopralluogo sono state visionate le varie aree della discarica, in particolare è emerso che:

"Il controllo documentale relativo alla gestione dei rifiuti (registro carico/scarico, FIR, ecc.) non ha evidenziato criticità. Sostanzialmente, la Ditta spedisce all'esterno, come rifiuto, solo il proprio percolato. Una volta che saranno avviate le operazioni di coltivazione del nuovo corpo di discarica che accoglierà i nuovi rifiuti contenenti amianto, si otterranno due tipi di percolato provenienti dal vecchio e dal nuovo corpo di discarica, rimanendo quindi distinti. Il nuovo percolato sarà povero di sostanze inquinanti mentre diminuirà la produzione del percolato proveniente dal vecchio corpo di discarica, che sarà separato idraulicamente dal nuovo corpo della discarica. Nella configurazione definitiva il percolato prodotto dalla nuova coltivazione della discarica sarà raccolto nella vasca già esistente da 1500 mc, mentre quello prodotto dal vecchio corpo di discarica confluirà in quattro nuove vasche da 55 mc".

"Secondo quanto previsto dall’autorizzazione, la discarica potrà accettare il rifiuto contenente amianto (CER 170605* Materiali da costruzione contenenti amianto), solo se confezionato, in modo tale da impedire la dispersione eolica della fibra libera; il carico sarà ispezionato onde valutare l’integrità di ogni confezione, l’assenza di eventuale materiale disperso sul pianale interno del camion, l’adeguatezza degli imballaggi, la corretta disposizione del carico. Qualora vengano rilevate eventuali non conformità il carico non sarà accettato. Per quanto riguarda la campagna di monitoraggio “in bianco” delle fibre di amianto aerodisperse, per valutare il fondo ambientale, la ditta ha effettuato dodici campagne di monitoraggio, in modo da poter effettuare un confronto quando inizieranno ad essere conferiti i rifiuti contenenti amianto"

"Riguardo alle emissioni in atmosfera il controllo tecnico-amministrativo non ha evidenziato irregolarità. E’ stato ispezionato l'impianto di abbattimento del biogas, ovvero la torcia. Esistono 2 sistemi di collettamento del biogas collegati a 2 centraline di scarico delle condense, da cui il biogas viene aspirato, per poi essere inviato alla torcia. Al momento è presente una torcia temporanea in attesa della nuova unità definitiva"

"Per la matrice suolo e sottosuolo, durante le attività di monitoraggio delle acque sotterranee nel 2021 furono rilevati superamenti delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione (CSC) per la presenza di cloruro di vinile e benzene in due piezometri di monitoraggio (tab. 2 dell'Allegato 5 alla parte Quarta del titolo V D.Lgs 152/2006 smi.). A seguito di tali evidenze l’Agenzia aveva richiesto alla ditta approfondimenti tecnici che permettessero di spiegare i motivi di tali superamenti ed, eventualmente, provvedere a definire interventi atti a ripristinare le caratteristiche di qualità proprie della matrice indagata. A tal proposito la ditta ha inviato una proposta di indagine condivisa da ARPAT e sono stati effettuati nuovi campionamenti anche in contraddittorio. Nel mese di aprile la ditta ha inviato all'Agenzia la relazione preliminare sull’indagine idrogeochimica ed isotopica attualmente in corso, che rappresenta la prima fase dell’approfondimento richiesto a cui seguirà la relazione conclusiva che completerà il quadro idrogeochimico dello stato di qualità delle acque sotterranee, ponendo le basi di confronto per il successivo monitoraggio delle acque sotterranee già definito in sede di AIA. Si fa presente che, sulla base delle informazioni idrogeologiche e idrodinamiche disponibili dal monitoraggio pluriennale, non sussistono problemi di criticità relativamente alla diffusione della contaminazione in quanto le acque monitorate dai piezometri rappresentano acque di saturazione e non hanno mobilità sufficiente per allontanarsi dal sito".

"L'impianto - conclude la nota Arpat - ha adottato un Sistema di Gestione Ambientale (SGA) conforme ai disposti della norma ISO 14001:2015, acquisendo la certificazione dall'11.08.2020 con validità sino al 6.08.2023. L'ultimo Audit si è concluso con nessuna Non Conformità (maggiore o minore) e con due opportunità di miglioramento".


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