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Attualità giovedì 19 marzo 2015 ore 10:30

Inventa una violenza, ma ha solo saltato la scuola

Segnalata al Tribunale dei Minori per simulazione di reato una 13enne di Pontedera. Il suo racconto aveva fatto scattare la procedura del Codice Rosa



PONTEDERA — Ha raccontato di essere stata picchiata e derubata da un uomo, che l’avrebbe costretta a scendere dal pullman sul quale viaggiava per andare a scuola. E invece, era tutto una bufala e la ragazzina, una 13enne di origini rumene e residente a Pontedera, aveva solo marinato la scuola insieme a un’amica più grande di lei.

Così stamani, il personale della sezione polizia giudiziaria di zona, ha segnalato la studentessa al Tribunale per i Minorenni di Firenze, per simulazione di reato.

L’episodio risalirebbe a qualche giorno fa, quando nel tardo pomeriggio la ragazzina è stata trovata in lacrime dalla mamma di una sua compagna di classe dentro la stazione ferroviaria di Pontedera. La minorenne è stata quindi affidata a una pattuglia di polizia che si trovava in zona.

Agli agenti la bimba avrebbe raccontato che, nella prima mattinata, mentre si trovava su un pullman di linea diretto alla scuola media di un paese vicino a Pontedera, era stata costretta, da un uomo adulto straniero, a scendere dal mezzo. Lo sconosciuto l’avrebbe poi portata in un campo, dove l’avrebbe trattenuta contro la sua volontà e picchiata per rubarle i soldi che aveva con sé.

La versione, apparsa subito poco credibile anche perché la ragazza aveva ancora con sé il proprio telefono cellulare, ha fatto però subito avviare la procedura del cosiddetto Codice Rosa e le relative indagini militari e sanitarie per appurare la realtà dei fatti.

La polizia ha rintracciato l’autista del pullman di quella corsa mattutina, il quale ha riferito di non aver notato nulla di particolare. Le indagini si sono quindi concentrate sui compagni di scuola della ragazza, anche loro sul pullman. I ragazzi hanno raccontato una versione decisamente diversa da quella fornita agli agenti dalla 13enne.

Come poi hanno confermato anche i video delle telecamere della stazione ferroviaria, la ragazzina aveva deliberatamente marinato la scuola insieme a una sua compagna più grande. Quando poi si è accorta di essere stata scoperta a causa del sistema degli sms che l’istituto invia ai genitori nel caso in cui i figli non si presentano in classe, ha inventato il tutto per coprire la bravata.

Una bugia per la quale la 13enne non aveva calcolato che avrebbe innescato anche una complessa e articolata procedura di indagini mediche e di polizia, una segnalazione al tribunale dei minori e per chi ha più di 14 anni persino una denuncia penale.


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