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Attualità venerdì 02 agosto 2024 ore 11:15

A Santo Stefano le case diventano foglie

Il rendering del progetto

Un progetto innovativo per coniugare natura e insediamenti umani all'insegna della riduzione del consumo di suolo e dell'arboricoltura



PECCIOLI — Una comunità di micro-fattorie, composta da 12 nuove residenze che, con il proprio tetto, assumeranno la forma di una foglia. È questo il progetto lanciato dallo studio di architettura C+S Architects su richiesta dell'amministrazione comunale di Peccioli, con l'obiettivo di rendere l'area di Santo Stefano un caso unico in tutta Italia.

In breve, si tratta di un masterplan denominato CR.AF.T.ED, acronimo anglosassone che sta per "La comunità reinventa il cibo a prezzi accessibili attraverso la progettazione ecologica". Alla base, vi è la questione ecologica del consumo di suolo.

"Abbiamo chiesto allo studio di disegnare un complesso di case popolari nell’area di Santo Stefano - ha spiegato il sindaco Renzo Macelloni - in risposta, ci è stata restituita una visione all’avanguardia che rende il terreno produttivo innestando l’arboricoltura, che migliora la vista dall’alto e la qualità dell’aria tra due arterie di traffico, mentre contestualmente riconnette gli abitanti delle case sociali alla terra, costruendo una comunità multietnica e multiculturale".

Nel dettaglio, le dimensioni delle case variano da 80 a 130 metri quadrati. Ogni unità è disegnata da un recinto in terra cruda che definisce anche un suolo coltivabile. Qui si innesta il concetto agricolo innovativo del pixel-farming, dove è la varietà delle specie e la biodiversità a garantire un’alta produttività. La parola d’ordine è quindi una innovazione che si nutre delle radici tipologiche reinterpretando in chiave contemporanea il casale dell’Appennino Toscano.

Inoltre, è stato scelto un sistema di prefabbricazione delle nuove residenze in modo tale che queste possano essere utilizzate come un kit di montaggio, da poter riciclare a fine vita degli edifici. A breve, dunque, il Comune avrà anche un confronto con la Regione sul masterplan. "Lavoreremo per realizzare questo prototipo di sviluppo sostenibile - ha aggiunto Macelloni - a cavallo tra costruito e natura, tra tradizione e innovazione".

"Sembra una contraddizione, ma i dati ci indicano che l’ingente spostamento verso i centri urbani non implica una riduzione del consumo di suolo - ha concluso Maria Alessandra Segantini che, con il professor Carlo Cappai ha svolto ricerche e raccolto dati sul tema - abbiamo lavorato con il paesaggio agricolo su scale diverse: in macro abbiamo recuperato il tema dell’arboricoltura, che ridisegna un paesaggio che si rigenera naturalmente diventando una risorsa anche economica per il Comune; il nuovo paesaggio è disegnato da una serie di boschi circolari serviti da sentieri per le manutenzioni e taglio, bacini di raccolta dell’acqua per l’irrigazione e ricoveri per le attrezzature agricole".


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