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Spettacoli sabato 23 luglio 2022 ore 17:30

​Massini e Gaber insieme scintillano

Stefano Massini, primo autore italiano a vincere il Tony Award, l’Oscar del teatro americano, conquista Peccioli dialogando con Gaber a cuore aperto



PECCIOLI — Il senso del racconto si perde nelle mille e una notte per ritrovarsi nel bagliore di una serata d’estate fatta apposta per ripetere l’incanto. Buio, luce, parole e musica attraversano i corpi dei testimoni arrivati per ascoltare questa storia che sa di Gaber ma non è su Gaber. Gaber è il punto di riferimento, la stella polare che orienta le parole. Gaber sta a Massini come W. Faulkner sta al passante che lo ferma per strada per ringraziarlo di tutto quel mondo che i libri dello scrittore americano hanno acceso dentro di lui. E’ così che funziona ci dice Massini nel prologo allo spettacolo: “Dietro a ogni incendio c’è una scintilla, dietro al fiume una goccia, dietro uno spettacolo una storia”. E dietro questo spettacolo, c’è l’incontro di Massini con le canzoni di Gaber: “Queste sono le cose che ho sognato mentre leggevo i suoi libri” dice il passante a Faulkner, e Massini aggiunge: “Oggi tu, Gaber, ascolta le storie che le tue canzoni hanno evocato in me. Iniziamo”.

A fianco di Stefano Massini per le canzoni di Giorgio Gaber e Sandro Luporini (arrangiate da Enrico Fink) i bravissimi musicisti de l'Orchestra multietnica di Arezzo.

Davanti a un anfiteatro brulicante di possibili ripetitori e generatori di altre scintille, Massini riempie le distanze con le sue di storie, pescate come perle in fondo al mare delle vite degli altri: il Cannibale di Milwaukee e “I mostri che abbiamo dentro”, Elizabeth Janet Gray Vining che nel 1946 venne scelta come insegnante per l’erede al trono imperiale del Giappone. Un bambino e un’esperienza che le cambiarono la vita e le facero capire, come dice anche Gaber, quanto fosse importante “Non insegnare ai bambini la propria morale ma soltanto la magia della vita.”

Il dubbio si insinua nelle menti di tutti i personaggi evocati, perché come dice lo scienziato svedese parlando delle sue creature umanoidi all’inizio del secolo scorso: “Gli androidi non dubitano in quanto basati su un algoritmo matematico ma gli umani non hanno il libretto di istruzioni.” “Se io sapessi cosa mi fa bene e cosa mi fa male” sarebbe più facile. Alle volte il dubbio penetra dentro e scava fino a spogliare della propria identità, magari per difesa dalla sofferenza e dal male più grande come è successo a Ruth, internata a Dachau dove venne (ab)usata come segretaria, serva, prostituta, cavia per gli esperimenti su anticoncezionali. Sopravvisse senza però provare più nulla. Un manichino senza identità, senza più ‘Io’. Il bello e il brutto de “La parola io”. La vita è un continuo adattarsi a quello che ci succede così come si adattano gli episodi di un libro. Nella storia di Ermes Biancalani ad esempio, lo Scrittore del Paese tormentato dal suo manoscritto in continua evoluzione con gli eventi e adeguamento a tutti gli -ista (v. “Il conformista”). Anche per Thomas Alva Edison arrivò il momento del dubbio, della resa o presa di coscienza. L’uomo che portò la luce nelle case di tutti, aveva perso la sua di luce, la corrente che rende il filamento incandescente, la sua capacità di amare. Massini chiude lo spettacolo con “Se io fossi Dio”, scoccando per ultima la freccia che lo attraversò tanto tempo fa, legandolo al cantautore milanese e alle sue parole tanto e così a lungo da far nascere anche questa Capacità di Amare.

Il Bis non previsto ma concesso per l’entusiasmo sincero dell’anfiteatro, ha regalato a tutti una chicca esilarante e illuminante che vi auguriamo di ascoltare dal vivo a teatro.

Stefano Massini frequenta il liceo classico Dante Alighieri, e successivamente si laurea in lettere antiche all'Università di Firenze. A 24 anni inizia a frequentare l'ambiente teatrale durante il servizio civile collaborando al Maggio Musicale Fiorentino. Nel 2001 è assistente volontario di Luca Ronconi al Piccolo Teatro di Milano, da cui viene stimolato a dedicarsi alla scrittura di nuovi testi. Inizia a sperimentare la scrittura scenica e dal 2005 decolla la sua attività di drammaturgo, vincendo all'unanimità il Premio Tondelli per l'opera originale L'odore assordante del bianco.

Prendendo spunto dagli eventi successivi alla crisi economica del 2008, tra il 2009 ed il 2012 Massini scrive Lehman Trilogy, tradotta in 15 lingue, rappresentata sui palcoscenici di tutto il mondo e celebrata da Broadway al West End di Londra. In Italia viene portata sul palco in versione estesa per la prima volta nel 2015 da Luca Ronconi, raccogliendo un notevole successo di critica e pubblico e numerosi riconoscimenti, tra cui due Premi Ubu.

Dal 2015 al 2020 è stato consulente artistico del Piccolo Teatro di Milano, sostituendo Luca Ronconi. Nel 2014 il suo 7 minuti debutta per la regia di Alessandro Gassmann, protagoniste undici attrici fra cui Ottavia Piccolo. Il testo viene pubblicato da Einaudi nella collana teatro e nel 2016 diventa un film diretto da Michele Placido, cosceneggiato con l'autore e interpretato da un cast internazionale. Il film ha ricevuto il Premio Speciale Nastri d'Argento 2017. Nel 2020 il testo verrà prodotto dalla Comédie-Française, con la regia di Maëlle Poésy.

Per Il Mulino ha pubblicato Lavoro (2016) e 55 giorni. L'Italia senza Moro (2018) da cui è stata tratta l'omonima trasmissione televisiva di e con Luca Zingaretti, in onda in prima serata su RAI1 l'8 maggio 2018. I suoi ultimi libri sono: Dizionario inesistente (Mondadori 2018), Ladies Football Club (Mondadori 2019) e Manuale di sopravvivenza. Messaggi in bottiglia d'inizio millennio (il Mulino 2021)

Incontra l'attenzione del grande pubblico televisivo con i suoi racconti ogni giovedì sera in prima serata nella trasmissione Piazzapulita di Corrado Formigli su LA7. Per il Concerto del Primo Maggio 2018 viene invitato a raccontare una delle sue storie sul tema del lavoro sul palco di Piazza San Giovanni in Laterano a Roma trasmesso in diretta su Rai 3. Collabora ai testi per la seconda edizione dell'evento show Danza con me di Roberto Bolle, prodotto e trasmesso da Rai1 il 1 gennaio 2019.

Primo italiano di sempre a vincere il Tony Award per la drammaturgia, a tutti gli effetti il Premio Oscar del teatro americano, la sua Lehman Trilogy, in Italia diretta da Luca Ronconi, grazie all’allestimento di Sam Mendes ha raggiunto il palcoscenico americano, arrivando a oltre 30 allestimenti in tutto il mondo. Il testo, dedicato alla crisi economica del 2008, presto sarà una serie TV.

In scena con Stefano Massini una selezione di musicisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo

Mariel Tahiraj, violino

Camillo Biagioli, violino

Mariaclara Verdelli, violoncello

Gianni Micheli, clarinetti, fisarmonica

Saverio Zacchei, trombone

Massimo Ferri, chitarra bouzouki

Luca Roccia Baldini, basso

Massimiliano Dragoni, hammer dulcimer e percussioni

Elisa Cosci
© Riproduzione riservata


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