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Attualità giovedì 03 dicembre 2015 ore 19:25

Antifascisti criticano, l'Amministrazione risponde

Il municipio di Ponsacco

Oggetto del dibattito la concessione della sala Valli per la presentazione del libro "Fascisti da morire". Le parole del Comitato e del sindaco Brogi



PONSACCO — Il Comitato antifascista di Ponsacco critica e l'Amministrazione risponde. Oggetto del dibattito la concessione, da parte del Comune, della saletta Valli per la presentazione del libro “Fascista da morire” scritto dal professor Bernardi, editorialista de “Il Giornale” e “Libero”. L'incontro si terrà questa sera alle 21,30.

“Mentre nella saletta Valli di Ponsacco – hanno detto i responsabili del Comitato antifascista - si riuniscono una ventina di attempati signori per presentare un libro su dei fascisti morti, l'Amministrazione comunale del ridente borgo di Ponsacco, tace. La situazione è proprio questa: a Ponsacco il 3 dicembre viene presentato un "romanzo storico" (se così si vuol definire), che esalta la figura di una trentina di assassini fascisti che nell'agosto del 1944 nascondendosi dietro la fedeltà all'ideale criminale mussoliniano, sparavano dai tetti e dalle fogne sui liberatori partigiani e sulla popolazione inerme. Forse l'amministrazione comunale ha scambiato la combriccola in orbace, per una tranquilla compagnia di vecchietti dell'università della terza età. Noi del Comitato Antifascista di Ponsacco ci opponiamo a tutto questo e chiediamo al sindaco e all'Amministrazione comunale di avere più sensibilità Antifascista, come da Costituzione della Repubblica Italiana, e di monitorare e negare in futuro tali iniziative revisioniste mascherate di volta in volta come semplici presentazioni innocue”.

Il sindaco Francesca Brogi ha risposto chiarendo i motivi che hanno portato alla concessione della sala: “E' un romanzo con un tema particolare, ma che non può essere bollato come apologia del fascimo o come testo revisionista. C'è stata protocollata la richiesta del locale. Non potevamo non concedere la sala. Badate bene, abbiamo concesso i locali, non il patrocinio, c'è differenza con quelle che invece sono le politiche culturali dell'Amministrazione. Per applicare la censura servono dei motivi validi, non si può applicarla a proprio piacimento. A livello politico i nostri ideali antifascisti e democratici si difendono portando avanti le battaglie, con le azioni non con la censura”.


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