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Attualità martedì 22 aprile 2025 ore 12:00

Dalla boxe ai diritti, il libro di Mouhamed Ali

Mouhamed Ali Ndiaye

Il campione di pugilato originario del Senegal, ambasciatore per le persone con disabilità, ha raccontato la sua vita insieme a Rita Coruzzi



PONTEDERA — Una storia di migrazione, riscatto e solidarietà. Tutto in poco più di duecento pagine, quelle di Mi chiamo Mouhamed Alì, scritto a quattro mani da Mouhamed Alì Ndiaye, campione di pugilato di origini senegalesi e conosciutissimo a Pontedera, e Rita Coruzzi. Già pubblicato in passato, il libro è stato nuovamente reso disponibili in una nuova versione su Amazon.

La storia, però, è sempre quella di Mouhamed Alì. Nomen omen, direbbero i latini, perché nel nome della leggenda del pugilato il giovane Mouhamed ha vissuto gran parte della sua vita. Sottoposto ad allenamenti durissimi dal padre, appassionato proprio di boxe, Mouhamed scopre che quel percorso, nonostante la fatica e i sacrifici, lo ha salvato da un destino di fragilità e marginalità. Alla fine, dopo il viaggio in Francia prima e in Italia poi, raggiunto il tetto del mondo in mezzo al ring, il giovane senegalese scoprirà anche altro.

"Questo libro racconta la mia storia, quella di un ragazzo nato e cresciuto in Senegal e approdato in Italia per realizzare un sogno: diventare campione - ha spiegato - e narra come ci sono riuscito, credendo fermamente come nessuno può fermarti se decidi di lottare per realizzare un sogno. Ma cosa succede dopo aver raggiunto l’obiettivo, oppure se per cause di forza maggiore non è possibile?".

Presto, la vita di Mouhamed ha svoltato dallo sport alla solidarietà: le sue iniziative, anche recenti, rivolte al proprio Paese e con l'obiettivo di sostenerne il fragile tessuto sociosanitario, sono divenute conosciutissime in città. Coinvolgendo, di volta in volta, associazioni del territorio.

"Bisogna cambiare sogni e obiettivi - ha aggiunto - sono stato nominato dalle autorità senegalesi ambasciatore delle persone con disabilità per il Senegal: sostengo il mio Paese d’origine mandando aiuti, ambulanze, carrozzine. Adesso, dopo la boxe, voglio diventare campione di solidarietà e integrazione".


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