Attualità martedì 07 gennaio 2025 ore 15:05
Liceo Montale, Pro Vita contro la carriera alias

La possibilità di adottare il nome di elezione, introdotta dal Consiglio d'istituto, è condannata dalla onlus. Replica l'assessora regionale Nardini
PONTEDERA — Il regolamento è datato 25 Novembre, dunque approvato ormai un mese e mezzo fa. Eppure, la polemica sulla carriera alias, garantita dal liceo "Montale" di Pontedera a studenti e studentesse, ha fatto discutere soltanto negli ultimi giorni.
Per capire di che si tratta, serve fare un passo indietro: a fine Novembre, appunto, il Consiglio d’istituto del liceo pontederese, che proprio nella mattinata di oggi ha trasferito un migliaio di studenti nella nuova sede del Villaggio scolastico, ha approvato un regolamento che disciplina l'adozione della carriera alias (allegato a fondo articolo, ndr). Ovvero, la "possibilità di modificare il nome anagrafico con quello di elezione", cioè scelto dalla studentessa o dallo studente, all'interno del registro elettronico e di tutti i documenti interni alla scuola.
Ciò significa che, appunto, chi intraprenderà una carriera alias, esattamente come stabilito anche dall'Università di Pisa, potrà cambiare il nome all'interno del registro con il nome di elezione, scelto in autonomia. L'obiettivo, spiega il regolamento, è quello di "eliminare situazioni di disagio e forme di discriminazione legate al sesso, al genere, all’orientamento sessuale e all’identità di genere".
Disposizioni che, come già per l'Ateneo, hanno scatenato le polemiche dell'associazione Pro Vita & Famiglia, onlus nata nel 2019 e che, tra le altre, sostiene il diritto alla vita dal concepimento alla morte naturale e la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna.
"Un approccio pericoloso che ignora le esperienze passate e danneggia i giovani - ha commentato Donatella Isca, referente dell'associazione per la Toscana - questa decisione non solo ignora le esperienze di altri Paesi che, dopo aver adottato politiche simili, stanno tornando indietro, ma mostra una pericolosa incuria nell'affrontare un tema delicato come quello dell'identità di genere. La carriera alias è il risultato di un inganno ideologico, che sta danneggiando profondamente la comprensione della sessualità e dell'identità".
"L'idea che un ragazzo o una ragazza possano autodeterminarsi al punto da scegliere il proprio sesso è una distorsione della realtà e un errore che può creare confusione e sofferenza - ha concluso - quello che davvero dovrebbe fare la scuola è accompagnare questi ragazzi nel loro percorso di crescita. La nostra associazione ha già inviato diffide agli istituti che hanno adottato la carriera alias, che è in aperto contrasto con le normative vigenti in campo amministrativo, civile e potenzialmente anche penale. Non possiamo continuare a ignorare il fatto che tutto ciò non sia la soluzione".
Una presa di posizione che non è piaciuta all'assessora regionale alle Pari opportunità, Alessandra Nardini. "Una scelta di civiltà, per permettere che chiunque possa vivere più serenamente e con un rischio minore di disagio e di discriminazione la propria esperienza scolastica - ha commentato - puntualmente, è arrivata la condanna di Pro Vita, integralisti di destra che si associano con l'obiettivo specifico di limitare i diritti delle persone, in particolare quelli della comunità Lgbt".
"Credo che il liceo vada ringraziato e spero che molte altre scuole toscane ne seguano l'esempio - ha concluso - perché è un preciso dovere delle istituzioni sradicare i retaggi culturali retrogradi che hanno reso e rendono un incubo l'adolescenza dei giovani Lgbt, e che conducono anche a estreme conseguenze come aggressioni, bullismo e suicidi. Queste associazioni ossessionate dalla fantomatica teoria gender dovrebbero cambiare nome in Pro Vita da Incubo".
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