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Attualità domenica 27 agosto 2017 ore 16:15

"No ai licenziamenti per i profitti"

Lo dicono Antonio Piro e Federico Giusti del Sindacato Generale di Base in merito al caso Tmm: "I licenziamenti sono da attribuire a Colaninno"



PONTEDERA — "Se il 95 per cento della produzione Tmm arriva da commesse Piaggio, i licenziamenti degli 85 operai/e sono da attribuire a Colaninno e alla perversa spirale che fa crescere i profitti azionari diminuendo la forza lavoro". Così la pensano Antonio Piro e Federico Giusti del Sindacato Generale di Base in merito alla vicenda della Tmm.

"Non ci risulta - dicono in una nota - che sia stato brevettato un mezzo Piaggio senza marmitta, probabilmente la Piaggio intende realizzare il modello altrove, magari in un paese dove la forza lavoro costa pochi centesimi all'ora, oppure procedere all'ennesima ristrutturazione che spezzettando la produzione ridurrà anche il numero degli operai e dei costi di produzione".

E ancora: "La politica della delocalizzazione e dello spezzatino (indotto) è servita alla Piaggio a indebolire anche la forza organizzata del movimento operaio, ridurre gli scioperi e la conflittualità, alimentare la paura e così incrementare profitti e sfruttamento. Le amministrazioni locali e regionali non hanno mai posto fine a queste scelte scellerate che oltre a colpire gli operai hanno impoverito tutto il territorio provinciale, mai del resto si sono opposti alle delocalizzazioni (una proposta di legge regionale in tal senso è caduta nel dimenticatoio in Toscana). Farsi troppe illusioni sugli aiuti e sulla presunta neutralità delle istituzioni non conviene - sostengono Piro e Giusti - perché in questi anni hanno concesso a Piaggio soldi a fondo perduto senza mai mettere vincoli e pretendere la restituzione dei soldi, con relativi interessi, in caso di licenziamenti e delocalizzazioni".

"La resistenza degli operai/e della Tmm - aggiungono - è preziosa e importante ma le tantissime vertenze di questi anni dimostrano che non è sufficiente. Per combattere contro la chiusura delle fabbriche e i licenziamenti è sempre pù' necessario alzare il livello del conflitto senza scartare a priori l'occupazione della fabbrica, non lasciamoci distrarre dagli ammortizzatori sociali, che il jobs act ha per altro fortemente ridotto, ammortizzatori intesi come palliativi per consentire ai padroni di scaricare sulla collettività la loro sete di profitto".

"Sono anni che gli operai della Tmm fanno le marmitte - concludono Piro e Giusti -, perché non possono continuare a farle senza padrone? I soldi pubblici si diano agli operai, si operi affinché Piaggio rinnovi la commessa, perché i fondi di Industria 4.0 siano investiti per processi innovativi e conservando i posti di lavoro. In alternativa, invece di regalare soldi a Piaggio, sia quest'ultima ad assorbire la Tmm creando un centro ricerche e produzione innovativo di marmitte. Non può esserci industria senza operai".


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