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Attualità giovedì 08 giugno 2017 ore 13:15

Numeri e voci dell'accoglienza in Valdera

Un momento del convegno

I dati sono stati divulgati durante il convegno "Strategie locali per l'accoglienza" organizzato da Res e Unione dei Comuni. Altri due eventi sul tema



PONTEDERA — Un sistema articolato, a cui afferiscono molte realtà, un lavoro di squadra con tanti punti di forza, ma anche lati da migliorare. È questa l’immagine dell’accoglienza in Valdera emersa dal convegno Strategie locali per l'accoglienza, organizzato dalla Rete per l'Economia Solidale della Valdera, in collaborazione con l’Unione dei Comuni della Valdera, lo scorso venerdì.

Trentatre strutture di accoglienza, 181 persone accolte. Questo è il contributo che la cooperativa sociale Arnéra dà all’intero network. “Un impegno importante – ha dichiarato la referente Susanna Ferretti -, che incontra però nel suo cammino quotidiano non poche difficoltà normative. I principali ostacoli sono infatti rappresentati dalla lungaggine dei tempi di attesa per l'esame delle domande di richiesta asilo da parte delle Commissioni Territoriali, che talvolta superano i 12 mesi. Un altro problema è rappresentato dall'aumento percentuale delle richieste respinte (nel 2016 circa il 53 per cento)”.

A confermare questi dati con la propria esperienza personale è Draman, ivoriano arrivato nel 2014 a Santa Maria a Monte. A seguito di un primo diniego ricevuto dalla Commissione Territoriale, oggi, dopo 3 anni di permanenza in Italia, Draman è ancora in attesa della risposta alla sua richiesta di asilo. “Questo sistema scarsamente efficiente ha effetti nefasti per le persone e per l’intera società – ha spiegato Luca Bruno di Rete senza Asilo, realtà costituita da operatori, enti e cittadini che a vario titolo prestano il proprio impegno nei progetti di accompagnamento sociale dei rifugiati. Moltissimi richiedenti asilo, dopo aver affrontato faticosi progetti di integrazione socio - lavorativa che potrebbero portarli alla concreta possibilità di avere un lavoro stabile e un’autonomia economica, tornano infatti irregolari a seguito del rigetto della loro domanda. Il loro percorso finisce così per vanificarsi. Il risultato di tutto questo sono persone invisibili, che non possono lavorare, non possono curarsi, né affittare una casa”.

Sono invece 57 le persone che nell’ultimo triennio sono state accolte in Valdera in progetti del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati, gestiti sul territorio dall’Arci locale. 28 di loro hanno terminato il loro percorso all’interno del progetto, che ha dunque rappresentato un “trampolino di lancio” per poter spiccare il volo verso una vita autonoma. Alcuni sono infatti riusciti a trovare un’occupazione e una casa, altri hanno avuto la possibilità di portare a conclusione il proprio progetto migratorio, spostandosi in altri Paesi europei per ricongiungersi con familiari e parenti oppure per poter semplicemente cogliere maggiori opportunità.

“Le principali problematiche che incontriamo nel nostro percorso – ha affermato Leonardo Menciassi di Arci, referente Sprar per l’Unione Valdera – sono innanzitutto i tempi troppo stretti entro i quali si prevede che i richiedenti asilo trovino una sistemazione lavorativa e abitativa. Non da meno sono le problematiche burocratiche legate al riconoscimento dei titoli di studio posseduti dai rifugiati. Questo crea grandi problemi per l’accesso ai tirocini formativi, risorsa essenziale in funzione della ricerca del lavoro. La strategia migliore per far fronte a tutte queste difficoltà è quella di fare rete. Sarebbe infatti opportuna una maggiore integrazione tra servizi (cooperative, distretti sanitari …), istituzioni e risorse sociali territoriali, come le associazioni, il volontariato e l’intera comunità”.

Il volontariato è certamente uno degli irrinunciabili protagonisti del sistema di accoglienza locale. “È fondamentale – ha ricordato Renato Lemmi governatore della Misericordia di Pontedera - costruire quotidianamente l'integrazione attraverso la creazione di legami e relazioni significative con il territorio. Per questo il mondo del volontariato locale rappresenta un tassello importante nell’accoglienza dei rifugiati”.

Un'altra voce dal mondo del volontariato è stata quella di Evelyn, donna nigeriana promotrice di un'associazione di solidarietà che opera nel territorio della Valdera. “Gli Italiani sono un popolo meraviglioso – ha affermato -, ma, purtroppo, in alcune sacche della popolazione, il problema del razzismo è sempre presente. Occorre lavorare insieme per combattere l'intolleranza”.

A mettere in evidenza la difficoltà di dare il via a percorsi di integrazioni, ma comunque di quanto valga la pena non demordere per ottenere buoni frutti per tutta la comunità, è stato il sindaco di Palaia e Vicepresidente dell'Unione dei Comuni della Valdera Marco Gherardini. “Dal 2015 il nostro territorio ospita 10 rifugiati – ha dichiarato Gherardini -. L’amministrazione comunale annunciò questa scelta alla comunità attraverso un’assemblea pubblica. Non fu facile far accettare questa decisione alla popolazione, ci furono contrasti e diffidenze da parte di molti cittadini. Ma, anche con l'aiuto del volontariato locale, si è riusciti ad iniziare un percorso estremamente proficuo per tutti”.

Per chi desideri approfondire queste tematiche sono in programma due interessanti appuntamenti: venerdì 23 giugno la Tavola della Pace e della Cooperazione organizzerà un incontro pubblico dal titolo Migranti e migrazioni nel XXI Secolo. Problemi e opportunità e ancora sabato 24 giugno si terrà invece la sesta edizione della Festa dell'Economia Solidale della Valdera in piazza Vittime dei Lager Nazisti a Pontedera. 


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