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Lavoro martedì 08 novembre 2016 ore 16:30

Piaggio, Usb vuole il no al referendum

Il sindacato ha espresso le sue considerazioni per la tre giorni di voto nello stabilimento: "No per proseguire con una vertenza unitaria"



PONTEDERA — Il sindacato Usb ha espresso le proprio ragioni per il no al referendum tra i lavoratori. Il quesito serve per capire se i dipendenti accettano o meno il nuovo contratto di solidarietà proposto dall'azienda. Oltre a questo i lavoratori devono esprimersi su un'altra proposta, quella dei 180 lavoratori in mobilità volontaria nel 2017 rimpiazzati dal 25 per cento di assunzioni a tempo indeterminato di part time verticali.

"Nell’ultimo incontro svoltosi a Pisa in Confidustria il 3 novembre - hanno spiegato da Usb - abbiamo ribadito ancora una volta la nostra posizione. Non si possono garantire solo gli interessi degli azionisti e del gruppo, i lavoratori, che in questi anni hanno perso salario e occupazione,devono tornare al centro della discussione. La Piaggio è in difficoltà e ha bisogno della solidarietà per organizzare meglio la sua strategia aziendale ormai basata solo sulla stagionalità della produzione e su una progressiva dismissione". 

Per Usb sono queste le ragioni del no: "A fronte di ciò non ha voluto discutere nel merito di qualsiasi proposta presentata dai sindacati. Usb di fronte a questo ricatto, invita i lavoratori a votare No al referendum. Ma è anche evidente che il no al referendum senza una reale strategia di lotta dentro e fuori lo stabilimento e il Si a tutti i costi sono due facce della stessa medaglia. In ogni caso nulla cambierà. Per questo motivo dopo i due scioperi e la grande manifestazione del 21 ottobre terminata con l’occupazione dei binari e la richiesta di intervento del Ministero dello sviluppo economico Usb ha deciso di andare avanti con una vertenza a tutto campo. Noi lavoratori le lavoratrici abbiamo bisogno di protagonismo e soprattutto di risposte".

"Secondo noi - hanno ripreso - è dunque inaccettabile un ennesimo contratto di solidarietà ma soprattutto un’altra procedura di mobilità (Naspi) per 180 addetti. Ci preme innanzitutto chiarire che non intendiamo assolutamente arrenderci di fronte ad una progressiva e ormai del tutto evidente dismissione delle produzioni nello stabilimento di Pontedera , rifiutiamo ogni strategia sindacale basata sulla semplice testimonianza o limitazione del danno".

Per Usb è chiaro che "Piaggio ha deciso di investire i propri capitali in Vietnam ed India effettuando inizialmente produzione soltanto per i paesi orientali dichiarando che non era possibile perdere un mercato in espansione come quello asiatico. Come era prevedibile quest’anno è arrivata la prima produzione con sviluppo di un veicolo interamente in Vietnam destinato anche ai paesi Europei". 

"Dobbiamo fidarci di ciò che ci dice Piaggio? - si sono chiesti i sindacalisti - Riteniamo necessario porre dei vincoli al’azienda per far sì che non venga perso il radicamento nel territorio e che venga fermata una volta per tutte la progressiva delocalizzazione delle produzioni, qualsiasi esse siano. Vogliamo rimanere in silenzio mentre, come per la Fiat o la Trw, le grandi società (dopo aver ricevuto milioni di euro pubblici per falsi investimenti e ammortizzatori sociali) decidono di ridurre drasticamente la presenza nel nostro paese? Le delocalizzazioni sono imposte più dalla ricerca del maggior profitto e non dalle perdite e dai fallimenti aziendali. Ma sarà altrettanto importante rimanere vigili qualora l’azienda decida di imporre ulteriori sacrifici in cambio di qualche timida garanzia. Non possiamo dimenticarci che da diversi anni i lavoratori e le lavoratrici sono senza un contratto integrativo e senza conguaglio del premio di risultato".

Per i sindacalisti Usb è utile ricordare che "siamo di fronte ad un’azienda che non più tardi di qualche mese fa ha distribuito utili e profitti ai propri azionisti. I soldi per gli investimenti e per ottenere maggiori benefici per i lavoratori ci sono, è solo una questione di volontà".


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