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lunedì 27 ottobre 2025

LE PREGIATE PENNE — il Blog di Pierantonio Pardi

Pierantonio Pardi

Pierantonio Pardi ha insegnato letteratura italiana all’ITAS “ Santoni” di Pisa fino alla pensione. Il suo esordio narrativo è stato nel 1975 con il romanzo "Testimone il vino" , ristampato nel 2023 sempre dalla Felici Editore, nel 1983 esce "Bailamme" (ristampato nel 2022 con Porto Seguro editore). Negli anni seguenti ha pubblicato come coautore “Le vie del meraviglioso” (Loescher,1966), “Il filo d’Arianna (ETS, 1999) e da solo “Cicli e tricicli” (ETS 2002), “Graaande …prof (ETS, 2005) e “Il baffo e la bestia” (ETS 2021), "Erotiche alchimie" (ETS,2024) e "La disgrazia di chiamarsi Lulù" (Felici Editore, 2024). Ha curato l’antologia “Cento di questi sogni” (MdS, 2016) ed è direttore editoriale della collana di narrativa “Incipit” (ETS)

​L’ alchimista

di Pierantonio Pardi - lunedì 27 ottobre 2025 ore 08:00

Questo libro proietterà il lettore in una misteriosa avventura, in una Toscana medievale contesa tra la Chiesa, l'Inquisizione e il potere civile. Lo calerà nei panni di un alchimista alle prese con un serial killer e con un codice apparentemente insolubile. Scoprirà la vita reale di quel periodo con tutte le sue contraddizioni, la sorprendente modernità di un alchimista che già intravede la luce del Rinascimento e le perversioni di un assassino seriale che gioca con le pergamene in una macabra e incomprensibile sfida.

(dal risvolto di copertina)

Questo romanzo ha come protagonista Andrea Lacci che, solo per una consonante iniziale del cognome, si differenzia dall’autore, che di mestiere fa l’alchimista in una Volterra che, nel 1398, “ era una città fiorente, che non conosceva guerre o sommosse dal 1361 e che si era assestata sulle quattromila persone, suddivise in circa novecento famiglie.”

Ed ecco come l’autore ci presenta l’alchimista:

Da quando era tornato a Volterra, Andrea Lacci abitava in una casupola fuori città, dopo la Fonte Grimaldinga; i suoi concittadini ricorrevano ai suoi decotti e alle sue pozioni per curarsi di tutto ciò (ed era molto frequente) che gli speziali non riuscivano a lenire. Proprio per questa sua eccellente capacità era considerato un personaggio di confine tra la stregoneria e la medicina, tra l’ignoto e la normalità che incuteva rispetto e terrore allo stesso tempo; d’altra parte la sua figura alta, allampanata, coi capelli fin sulle spalle, sempre avvolta in un lungo mantello nero e dalla ampia e frettolosa falcata, pareva giustificare quegli abitanti che nell’incontrarlo gli lasciavano rispettosamente il passo e quelle vecchiette che si facevano il segno della croce, raccomandandosi a Domine nostro!

L’alchimista è anche detto Straicche che è quasi una sorta di nickname, come si direbbe oggi, ma che a me fa venire in mente il termine inglese strike che, nel gioco del bowling, sta ad indicare un lancio potente e preciso con abbattimento di tutti i birilli e strike, in italiano, si pronunzia appunto straik che, in versione vernacola, diventa appunto straicche., ma è anche un omaggio al suo primo detective Norman Strike.

Ma, al di là di questa divagazione lessicale, che è solo una mia interpretazione, qui siamo in presenza di un omicida seriale che commette delitti efferati, lasciando poi sul corpo delle vittime una pergamena con incisi strani simboli.

Quindi un giallo vero e proprio che l’alchimista dovrà risolvere, affiancato in questa indagine dal Capo delle Guardie del Podestà, Niccolò Neri.

Durante l’indagine l’alchimista dovrà difendersi dalle persecuzioni ottuse dell’inquisizione e dalla lotta fratricida tra potere civile e religioso, ma la sua logica ferrea, sostenuta da un’ implacabile dialettica avrà sempre facilmente il sopravvento.

Il romanzo, come ho detto, è interamente ambientato in una Volterra del 1300 che l’autore fa rivivere fornendo numerosissime e dettagliate note a margine con cui illustra varie curiosità della vita quotidiana di quel periodo, oltre a numerosi riferimenti storici.

Ogni capitolo poi, porta in epigrafe un motto scritto in latino che anticipa i contenuti della storia.

E, come in ogni giallo che si rispetti, qui l’alchimista ha il suo “Watson” in Niccolò Neri e in un’altra serie di “aiutanti” (fondamentale, tra questi, ai fini della soluzione Angela Altieri di Bartolomeo che indirizzerà l’indagine dell’ alchimista a ricercare i moventi dei primi tre omicidi nel passato).

Sì, perché oltre ai tre omicidi iniziali, ce ne sarà un altro, quello di frate Nofri, e sarò quello che darà una svolta definitiva alle indagini.

Ma l’altra novità di questo libro è che, in parallelo, alle riflessioni dell’alchimista, è possibile anche seguire passo per passo quelle dell’assassino che racconta in modo dettagliato i suoi omicidi, spiegandone modalità e motivazioni.

Ed ecco, come l’assassino, di cui ovviamente tacerò il nome, descrive il suo quarto e ultimo omicidio:

Il Duomo era deserto a quell’ora e tutto andò secondo i piani. Mi avvicinai senza far rumore e impugnai lo stiletto: spostai la tenda viola e lo colsi così all’improvviso che non emise neppure un fiato. Lo colpii più volte con rapidità, finché non scivolò giù dallo scranno come un fagotto di panni vecchi. Continuai a colpirlo, provando piacere nel saziare la mia lunga attesa. Perdeva sangue, l’immondo e dovetti fare molta attenzione per non macchiarmi il mantello. Gli incisi la croce sulla fronte e deposi la pergamena nel cappuccio affinché non si bagnasse. Uscii con calma senza incontrare nessuno e mi confusi con i rari passanti senza mai voltarmi indietro. Anche la Curia stava iniziando a pagare!

Interessante notare, poi, come l’assassino abbia scelto come suo interlocutore privilegiato l’alchimista di cui teme l’intelligenza, ma al contempo lo spinge a sfidarlo, consapevole che questa volta sarà in grado di ingannarlo.

E invece non sarà così, perché, proprio indagando sull’ultima pergamena e, in particolare, su determinati “odori”, l’alchimista smaschererà l’assassino:

I nostri sensi ci soccorrono nel formulare pensieri e l’odorato non fa eccezione. Sulle scene degli ultimi tre omicidi si avvertiva sempre un acre e pungente odore, come di urina. In casa di Matilde (una vittima) l’avevo attribuito alla promiscuità con gli animali che caratterizzava la vita della donna; nella bottega del canapaio (altra vittima), esso poteva essere dipeso dall’essicazione dei giunchi e della raffia, ma nel confessionale del Duomo (omicidio di frate Nofri), quale origine ricercare? E qui entra in gioco la corteccia.

- Quale corteccia? – chiese con sospetto Banco di Jacopo, mentre Niccolò avvertì un gelido brivido percorrergli la schiena.

- Un piccolo frammento di scorza di leccio che ho raccolto sotto il cadavere di Agosto Bellini (altra vittima) e che ho lungamente esaminato.

Il finale, avvincente ed inaspettato, come nella migliore tradizione dei romanzi gialli, non mancherà di sorprendere anche i lettori più smaliziati.

Ritroveremo l’ alchimista in un altro romanzo “Aenigmata”, pubblicato nel 2020, ambientato nel 1398 – al pari degli altri che hanno visto l’Alchimista quale protagonista – che combina la ricerca storica, la movimentata successione degli accadimenti ed il lucido ragionamento, in una scenografia magnifica quale Pisa ed i suoi dintorni, tra cui la Certosa di Calci.

Andrea Nacci, da molti anni si diletta a scrivere “gialli”; il suo personaggio principale, Norman Strike, indaga a San Francisco, California, ma dal 2007 la sua fervida fantasia ha partorito due curiose varianti: un Alchimista di fine 1300 ed Arrus, un servo Etrusco del V secolo a.C., entrambi calati nella Volterra dei loro tempi.

Quello di Andrea Nacci è un lavoro minuzioso di ricerca e ricostruzione della vita di un’epoca. Tra le pagine dei suoi libri della Saga dell’Alchimista (Ed. Tagete) si scovano curiosità e dettagli sul nostro territorio che ti catapultano nel 1398 in Toscana. A Volterra soprattutto, ma anche a Pisa, Castelfiorentino, perfino a Cecina e Bibbona.

E, del resto, basta dare un’occhiata alla ricchissima bibliografia che compare a fine libro per capire il rigore scientifico con cui l’autore scrive i suoi testi.

L’autore

Volterrano, ma da oltre 40 anni vive a Cecina, Andrea Nacci, manager di successo per oltre quarant’anni nel mondo economico,si è poi dedicato alla formazione come docente di comunicazione e marketing. Ha pubblicato decine e decine di romanzi per vari editori, cinque di questi vanno a costituire la Saga dell’Alchimista.

Pierantonio Pardi

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