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domenica 08 dicembre 2024

PAROLE MILONGUERE — il Blog di Maria Caruso

Maria Caruso

MARIA CARUSO - “Una vita da vivere” è il primo libro che ha scritto dopo aver visto il primo cielo a San Felipe in Venezuela ed aver fatto il primo ocho atràs a Pisa. E' in Italia dal 1977 e per tre anni ha abitato in Sicilia. Le piace raccontarsi e raccontare con le parole che le passano per la testa ballando un tango in milonga. Su Facebook è Marina de Caro

La prima volta

di Maria Caruso - martedì 18 settembre 2018 ore 09:57

Ebbene si! prima o poi deve accadere… succede a tutti che dopo essere andati a scuola, appreso le nozioni necessarie e la tecnica, anche se approssimativamente, c’è una prima volta in cui si va in milonga. Siccome la prima milonga è una esperienza indimenticabile e si sa, non si scorda mai, mi sento di dare qualche suggerimento sia ai maschietti che alle femminucce per affrontare al meglio la nuova situazione. 

Per i neo tangueri la prima milonga non è una passeggiata. Anzi. Inseguito, desiderato, sognato, durante le ore di lezioni per diversi mesi, l’ingresso in milonga rappresenta in realtà la principale fonte di ansia, di preoccupazione, indipendentemente dall’età posseduta dall’uomo. Ma cosa succede nella mente di lui, la prima volta che si trova a dover affrontare il tango? Di tutto e di più. 

Durante la sua prima tanda, il tanguero sperimenta o si rammenta della sua prima ansia da prestazione. Egli deve mostrarsi sufficientemente sicuro di sé e del suo livello di ballo per non far perdere fiducia alla partner, pur inoltrandosi per la prima volta, nella via del tango, che non ha mai percorso. Deve preoccuparsi di marcare bene, di non farla urtare contro qualcuno o qualcosa, facendo le pause necessarie, per seguire il tempo musicale, ecc. Si tratta quindi di una autentica messa alla prova con tutte le implicazioni psicologiche che lo stesso atto di ballare una tanda con una donna, specie se sconosciuta, porta con sé. 

Perdere la verginità tanguera ha un peso simbolico anche per l’uomo. Il consiglio che do agli uomini è quello di vivere questa esperienza restando se stessi, assaporando ogni instante della tanda con trasporto e leggerezza anche perché nel tango non si improvvisa se non si sa ballare. Come può il tanguero, vincere il nervosismo inevitabile?. Semplice non pensandoci, mirando la persona con la quale desidera ballare senza mai rimanerci male se la donna non corrisponde alla sua mirada. Ora, care donne, noi se decidiamo di accettare di ballare una tanda con un principiante (che tanto si vedono lontano un miglio perché non puzzano di argentino, anche se alcuni, anche dopo anni, sono eterni principianti) che cosa possiamo fare per metterlo a suo agio?. Se vogliamo vendicarci per tutte quelle volte che da principianti gli uomini tangueri ci hanno lasciato sedute per intere ore, niente, se invece siamo magnanime possiamo fare diverse cose:

  1. dimenticarsi del tempo musicale tanto il suo non sarà sicuramente perfetto poiché l’incertezza del passo lo porta fuori tempo
  2. dimenticarsi di fare adorni in sovrappiù, volei, ecc
  3. attenersi a un ballo lineare e tranquillo
  4. non prevaricare mantenendo un basso profilo
  5. sorridere, sorridere in risposta alle sue parole di scuse, sorridere, sorridere, sorridere
  6. avere pazienza
  7. cerchiamo di ballare al meglio che possiamo perché un nostro errore nel seguire significa la fine per il tanguero, poiché la memoria sequenziale andrà in frantumi.

In ogni caso comunque vada a finire la tanda fortunatamente finisce e, qualsiasi sia stato l’esito, c’è un unico modo perché la prima tanda sia ricordata davvero come fantastica, averla ballata con vero trasporto.

E ora vediamo cosa accade nelle donne che per la prima volta si approcciano al tango in milonga. 

La prima tanda non si scorda mai, ma non si dimenticano neppure le paure, i dubbi, l’ansia e talvolta il dolore poiché non proiettando bene le gambe, spesso ci pestano i piedi. Non esiste il momento giusto per andare la prima volta a ballare, poiché le donne da questo punto di vista, sono più avvantaggiate dovendo in sostanza, seguire docilmente il ballerino. Certo è, che occorre affrontare la milonga, quando lo si desidera veramente. E’ bene andare in milongas meno formali dove veramente tutti ballano con tutti, senza tirarsela troppo. Tutte temono di non essere in grado di seguire il ballerino, di non andare a tempo, di non stare nell’asse, ecc ma è vietato chiedersi se saremo brave poiché il tango non è solo tecnica ma è ben altro. 

E’ inutile mettere subito le mani avanti con il ballerino di turno, dicendogli appena ci avvicina e nell’attimo in cui sta per abbracciarci: “Io non so ballare!” perché sarebbe come dire nel momento clou: “Io non prendo la pillola!” e di docce fredde l’uomo non ne ha voglia. E’ pure vietato credere e pensare che lui, dopo la nostra scarsa prestazione, non si degnerà più di invitarci (anche se probabilmente andrà così). Evitate di avere fretta per paura di non essere pronte a seguire la marca, paradossalmente è lui che vi deve aspettare, ma questo è un concetto che si impara con il tempo. Evitate di scusarvi tanto che non sapete ballare se ne accorgerà fin dal vostro primo passo. Cercate piuttosto di essere profumate, di non avere un cattivo alito, di essere brille o ubriache. Fate solo quel che sapete fare ed evitate adorni inutili che vi fanno perdere il tempo musicale se non eseguiti alla perfezione. Infine se durante la vostra prima tanda non sentite le campane e non ci avete capito niente, non preoccupatevi, con un po’ di pratica e di allenamento, tutto non potrà che migliorare.

Per entrambi i sessi comunque, ballare il tango ed essere tangueros/as sono due cose complementari ma diverse. I veri tangueri/e hanno un modo diverso di guardarsi, hanno modi differenti, temporalmente, di muovere i propri passi poiché si gustano ogni nota del brano, il modo, inoltre, di come ci si abbraccia è più significativo, l’interpretazione dei brani è più originale, gli adorni infine, si fanno con eleganza e senza eccedere ed è fantastico il come ci si sente l’uno dentro l’altro, senza resistenze e con la morbidezza soffice del cotone. 

Il bello di tutto questo è anche quello di poter ballare il tango un giorno, eseguendo le tande con perizia e senza alcun coinvolgimento e il giorno dopo, essere dei veri tangueri/e perfino con lo/a stesso/a partner, ma tutto questo dipende dal proprio atteggiamento, dal proprio desiderio di lasciarsi andare e dal nostro umore del momento.

Maria Caruso

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