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Attualità mercoledì 09 gennaio 2019 ore 10:10

Paolo, insegna italiano in Germania e... corre

Correnti ha costruito presente e futuro lontano dall'Italia, da Capannoli, dove è nato. Ha scelto la Germania: "Non credo potrei tornare indietro"



BREMA (GERMANIA) — Paolo Correnti ha 36 anni e nella vita ha deciso di correre e, forse, di non tornare più in Italia, essendosi ambientato molto bene in Germania, a Brema, dove fa l'insegnante di italiano. 

Correnti è nato a Pontedera nel 1982 e ha vissuto a Capannoli fino al 2005. Poi ha iniziato a girare per motivi di studio e poi di amore e lavoro: Valencia, Londra, Amburgo e infine Brema.

"Sono venuto in Germania per Kathi, che ora è mia moglie e che ho conosciuto nel 2005 quando eravamo entrambi in Erasmus in Spagna, a Valencia. Sono venuto a Brema perché qui ho trovato lavoro come insegnante di cui sono madrelingua".

Riguardo al lavoro, agli stipendi e alle differenze con l'Italia Correnti ha spiegato: "Ho una partita Iva perché lavoro in proprio. Gli stipendi sono in media molto più alti che in Italia e i rapporti di lavoro più chiari. Essendoci una disoccupazione così bassa, i datori di lavoro hanno meno potere e in generale i tedeschi sono più propensi a spostarsi, a cambiare città ed a cambiare settore. Il posto fisso non è l'obiettivo principale, forse lo è la carriera".

"Ho iniziato a lavorare in una scuola, poi mi sono messo in proprio ed adesso dirigo la scuola d'italiano" chiamata, appunto, L'Italiano con Paolo.

"Oltre a questo faccio un dottorato binazionale (Pisa-Brema) sul tema 'La memoria della guerra in Jugoslavia (1991-1995) nel romanzo europeo occidentale'”.

Di Brema, città del nord della Germania, Correnti ha detto: "Mi trovo benissimo, sono qui da settembre 2007, allora è un po' la mia città! Sebbene abbia 500mila abitanti (più o meno come Genova, Firenze ne ha circa 380mila ndr), è a misura d'uomo. E' possibile muoversi in bicicletta in tutta la città e si può contare su mezzi pubblici efficienti. E' una città molto verde, con numerosi parchi e prati lungo il fiume Weser. Non è una città molto cara rispetto ad altre città tedesche ed è molto aperta agli stranieri, socialmente e politicamente". 

"Il clima di Brema, per me che amo correre, è buono. Raramente è molto caldo e altrettanto raramente è molto freddo. Spesso è possibile avere una leggera pioggerella, ma raramente è una pioggia che impedisce di uscire in bici o a correre".

Correnti, appassionato di sport, segue anche il calcio tedesco: "Ovviamente! È fondamentale per integrarsi. Vedo spesso il Werder Brema al bar con amici, resto comunque aggiornato anche sul calcio italiano".

Oltre a insegnare Correnti si è appassionato alla corsa, come testimonia questa foto.

1686 chilometri in un anno sono 140,5 al mese, circa 4,7 chilometri di media corsi ogni giorno: "La passione per correre è nata lentamente, ma la svolta è stata una serata con qualche birra di troppo con il mio amico Daniel. Insieme, presi dall'euforia, abbiamo deciso di iscriverci per la prima volta a una mezza maratona. Quest'anno, a ottobre, parteciperò per la decima volta alla mezza maratona di Brema. Adesso prendo regolarmente parte a mezze maratone, maratone e altre gare".

Paolo, che torna in Valdera due o tre volte all'anno si sente ormai quasi tedesco: "Sono sposato con Kathi che è di Gottinga (città della Germania centrale, ndr) e mi ha raggiunto a Brema dopo aver terminato gli studi. Abbiamo una figlia e un cane".

 

"Ormai ho molti amici e conoscenti tedeschi, sia perché ho studiato qui, sia perché lavoro solo con tedeschi, tra l'altro tedeschi che amano l'Italia".

"Non penso né di cambiare nazione né di tornare in Italia. Sono qui da molto tempo e non credo potrei riabituarmi a un altro paese. Inoltre mia moglie avrebbe molte difficoltà a lavorare in Italia, visto che lavora come giudice. Non ho nostalgia dell'Italia, ma a volte ho nostalgia della famiglia e degli amici, ma come dice Jack Beauregard “la distanza fa più cara l'amicizia e l'assenza la fa più dolce”.

"Non guardo la Tv italiana e in realtà neanche quella tedesca. Guardiamo qualche volta le notizie e il calcio, visto che anche a mia moglie piace il pallone! Abbiamo Netflix e Dazn (che trasmette tutta la Serie A in HD...)".

Insomma Paolo si è costruito la sua vita, piena, impegnativa e soddisfacente, lontano dalla Valdera e dall'Italia. Ha una famiglia, insegna, corre per passione e sfida e segue lo sport: "Per molti la corsa è un ottimo modo per rilassarsi, ma per me è anche e soprattutto una costante sfida con me stesso. Confesso di non essere il “runner della domenica mattina” che fa la classica sgambettata, ma più un fissato che si prefigge sempre nuovi obiettivi: dai 35 km a settimana (minimo), a 5 medaglie all'anno (minimo), a una maratona all'anno, ecc. Continuamente ci sono nuove sfide, non ultima il Triathlon fatto ad agosto. Da un anno a questa parte corro regolarmente con mia figlia, anche se lei dorme beata nel carrello/rimorchio e io spingo e corro, con la speranza di fare anche qualcosa di utile!".

"A cosa penso quando corro? Quando sono con mia figlia le descrivo il paesaggio, se poi lei dorme o non c'è penso al dottorato che sto facendo o al calcio, oppure ascolto audiolibri... di certo non mi annoio, al massimo sono in crisi, perché se la testa non va non vanno neanche le gambe. In crisi come si sente dire che lo sono i ciclisti durante le tappe lunghe, sì... infatti se è una gara è abbastanza prevedibile che a un certo punto ci sia una crisi. Se si tratta della mezza maratona può succedere al 14-15esimo chilometro, intorno al 25-26esimo per la maratona, ovvero quando sei a buon punto, quindi stanco, ma manca ancora molto alla fine!".

René Pierotti
© Riproduzione riservata


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