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Attualità venerdì 05 giugno 2020 ore 15:44

Grillaia, critiche da Fdi e Lega

La notizia dei nuovi conferimenti continua a far discutere. Critiche da Arcenni, Bagnoli e dai consiglieri regionali Montemagni e Biasci



CHIANNI — Il caso Grillaia continua a far discutere. Matteo Bagnoli, Matteo Arcenni e Roberto Ticciati di Fratelli d’Italia sono intervenuti per rispondere ai consiglieri regionali del Pd Nardini, Mazzeo e Pieroni (che hanno presentato una mozione contro la riapertura). Nel nuovo piano è previsto di conferire in dieci anni 270mila metri cubi di nuovi rifiuti.

"I consiglieri regionali del PD facciano pace con la loro coscienza! È inutile che adesso si facciano promotori di una non riapertura delle Grillaia quando, leggendo le carte della giunta regionale emerge chiaramente che sono mesi che in Regione e nella Conferenza dei Servizi si era già a conoscenza della futura riapertura. Ora ci domandiamo come mai solo adesso i 3 consiglieri si svegliano e tirano fuori la testa dalla sabbia in cui l’hanno tenuta nascosta. Troppo facile uscire ora dopo che per anni hanno seduto in consiglio regionale e li si, avrebbero potuto fare di tutto per scongiurare la riapertura della Grillaia". 

Sullo stesso tenore anche Elisa Montemagni e Roberto Biasci, consiglieri regionali della Lega: "La Lega, con atto del maggio 2019, aveva proposto di intraprendere la strada della chiusura definitiva del sito senza nuovi conferimenti. Una scelta politica, sostenuta dai territori interessati, colpevolmente non ascoltata. Quindi il centrosinistra toscano si deve prendere la responsabilità politica di questa scelta. La mozione del PD, ma anche quella di Si Toscana e del M5S, che chiede la sospensione o la revoca della deliberazione non tengano conto del diritto acquisito da parte del proponente. Se studiassero un po di più saprebbero, infatti, che alla delibera c'è allegato un piano finanziario che prevede entrate per il gestore per oltre 30 milioni di euro. In caso di revoca o di sospensione, il gestore avrebbe tutto il diritto a far valere ciò che è previsto nel piano finanziario. Chi paga? i cittadini? il PD? Pieroni, Rossi, Mazzeo".

"Occorre anche ricordare che l'accordo politico sottoscritto nel 2014, non avente valore contrattuale ma certamente avente un valore politico, avrebbe potuto legittimare un secco no da parte della Giunta regionale, che invece ha scelto liberamente di approvare la proposta avanzata di nuovo conferimento. La conformità con il piano regionale dei rifiuti è dubbia, alla luce della crisi del settore edile e quindi della riduzione dei quantitativi di rifiuti inerti contenenti amianto che, pertanto, non sono certamente aumentati in questi anni, come invece sostiene il settore rifiuti regionale. Non essendoci ancora - trascorsi 7 anni dalla legge regionale 51/2013 - un piano regionale sull'amianto, confidiamo che ci siano gli elementi tecnici per far annullare dal Tar questa irrazionale deliberazione. La conclusione logica di questa vicenda dovrebbe essere: il PD sfiducia il Presidente Rossi e l'Assessore all'Ambiente, i Consiglieri regionali pisani del PD si dimettono e cambiano lavoro" hanno concluso i due leghisti.


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