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Attualità mercoledì 16 luglio 2025 ore 11:14

"Perché la realtà dà due giri di pista alla fantasia"

Così Concita De Gregorio a La Rotta protagonista dell'incontro organizzato dall'associazione "Donne di Toscana" fondata dall'assessora Sonia Luca



PONTEDERA — Tre generazioni di donne che si tramandano pensieri e misteri, parole e silenzi, speranze esaudite e attese tradite. Adè è la figlia, una figlia di questo tempo, appesa allo smartphone, ai social alle chat ai video. Ha sedici anni, molte inquietudini e odia il mare. Soprattutto quasi non conosce la nonna - giaguaro Maria Luisa, per tutti Marilù che vive sola, su un'isola di scogli. E poi c'è Angela, la madre di Adé e la figlia di Marilù, cuore “totalmente” in allarme, sospesa tra il risentimento verso la sua, di madre e l’accudimento verso sua figlia, di cui cerca inutilmente di cogliere ogni vibrazione interiore. Commuove, la trama fitta e sofferta delle relazioni affettive che unisce e divide queste tre donne, affamate d’amore ma incerte sulla “dose” che lo rende farmaco e non malattia. 

Una ricerca difficile, perché “a volte tu fai programmi e la vita va da un’altra parte”, raccontata da Concita De Gregorio in “Di madre e figlia”, edito da Feltrinelli e ripercorsa insieme a tanto altro, ieri sera al parco fluviale de La Rotta,  dove davanti a circa trecento persone, la giornalista ed editorialista de La Repubblica insieme a Florencia di Stefano Abichain, conduttrice radio e tv, erano ospiti della rassegna Donne di Toscana, un'iniziativa nata con l'omonima associazione presieduta dall'assessora alle pari opportunità del Comune di Pontedera Sonia Luca, per “dare voce e forza a un'idea condivisa, quella – ha detto Luca – dei diritti delle donne e della parità di genere. Una questione da portare tra le persone, su cui dialogare, confrontarsi”. 

E in uno spazio libero di dibattito, con De Gregorio e le sue protagoniste femminili, alla presenza anche della vicesindaca Carla Cocilova e del presidente del Consiglio comunale pontederese Marco Salvadori che hanno fatto gli onori di casa, si è parlato di donne, lungo una formidabile, avventurosa genealogia femminile. Ma anche della capacità di saper ascoltare gli altri, sedimentare le loro parole e poi trasferirle. Di questi racconti e dei silenzi Concita De Gregorio si innamora e li raccoglie in vent'anni di incontri, casualità, amicizie, scoperte, ricerche e li ricostruisce. 

“Perché la realtà dà due giri di pista alla fantasia. La realtà – ha detto la scrittrice – è un romanzo. E i destini delle famiglie tornano, come in un vortice che gira e salgono come una spirale. Ci sono i genitori, ci sono i figli e ci sono gli alberi genealogici dove la discendenza è femminile. Le madri che si prendono cura cercano di trasmettere forza affinché i ragazzi diventino autonomi e aspirino alla libertà. Ci sono le donne della mia famiglia, ci sono io che vorrei essere tutte loro e ci sono quelle che ho avuto la fortuna di conoscere”. E De Gregorio racconta l'amore che è sempre imperfetto, come la vita, ma alla fine trova la sua strada, l'errore, le aspettative con cui carichiamo i figli e il nostro essere negli occhi di chi ci guarda. 

“Sono cresciuta in Toscana, tra Pisa e Firenze, venivo a studiare teatro a Pontedera al Centro per la Sperimentazione e la Ricerca Teatrale, qui mi sento a casa”, ha aggiunto la scrittrice tracciando i contorni del mondo che ci circonda e ci confonde e insistendo sull'importanza del lavoro, gli interessi, la professione, vere anticamere di indipendenza e dunque di libertà per tutte le donne. De Gregorio commenta la modernità che attrae ma dalla quale ogni tanto bisogna difendersi quando ti toglie invece di darti qualcosa. E la sua esperienza, anche attraverso le pagine del romanzo, affascina e fa riflettere. Una discussione, quella di ieri sera per Donne di Toscana, che fa sorridere, a volte spiazza come un temporale, altre guarisce come un balsamo.

Prossimo appuntamento con "Donne di Toscana" martedi 22 a Vicopisano con Francesca Fialdini in dialogo con Federica Gentile 


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