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Il compagno

di - mercoledì 30 ottobre 2024 ore 08:00

“La parola al compagno Tizio” (Caio o Sempronio: si sostituisca questi con il nome di battesimo preferito). Chi non ricorda quella frase di rito di riunioni d’altri tempi? Dove il moderatore, o per meglio dire l’agitatore, a cui era affidato il dibattito “dava la parola” a chi s’era prenotato per intervenire e dire la sua. Tutti compagni, come durante la Rivoluzione francese tutti cittadini.

L’evoluzione sociale assegna altri significati alle parole. Oggi il compagno è il convivente di un’altra persona. Forse sarebbe più preciso chiamarlo “camerata” dal momento che di sicuro condivide la camera da letto, mentre compagno (cum panis) non è detto che mangi lo stesso pane. Molti si cibano solo del companatico (con ossimoro stridente) o sono seguaci di una dieta che esclude quell’alimento una volta alla base di qualsiasi pranzo.

Rimane a metà strada (linguistica) il compagno di scuola, immortalato dalla canzone di A. Venditti, quello che “o sei entrato in banca pure tu” per capirci: un ricordo velato di tristezza per un tempo passato, quello della giovinezza, fatalmente da rimpiangere.

Noi vecchi, disorientati, potremmo cadere nell’equivoco di pensare di trovarci in mezzo a un rigurgito o a una diffusione vittoriosa del comunismo se non ci fossero tanti e diversi segnali contrastanti con un esito del genere.

Da compagno a compagnia il panorama di significati si complica in una congerie intricata: dal compagno di metaforiche merende alla dama di compagnia, dalle società produttive al contrasto alla solitudine.

Curioso, invece, il destino della parola “amico”. In un’accezione politica indicava il sostenitore o simpatizzante di un partito di centro e in un altro significato l’amante. Sono sfumati o comunque desueti entrambi questi sensi secondari e oggi, sempre in seconda battuta, ma non troppo, si usa per indicare il conoscente che ti accoglie o si accoglie sul social.

Un amico vale un tesoro: si diceva una volta. Magari non sono amici veri quelli del social, ma quando sono migliaia o addirittura milioni, per quegli individui che possono vantare tali cifre, spesso signorine ammiccanti e carine, allora sono davvero un tesoro, e costoro prendono il nome di influencer. Gli amici divengono seguaci, “influenzati” nella scelta degli acquisti e non solo. A tal punto è giunta l’umana deriva.


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