Attualità lunedì 27 maggio 2024 ore 16:00
Cuccioli di capriolo, "C'è il rischio di comportamenti scorretti"

Il responsabile della struttura Lipu Cruma di Livorno sul caso del recupero di due piccoli a Palaia: "Prima di intervenire valutare attentamente"
PALAIA — Il recupero di due cuccioli di capriolo avvenuto in un bosco del territorio palaiese non convince affatto Nicola Maggi, responsabile della struttura Lipu Cruma di Livorno, che ha invitato invece a lasciare nel loro habitat gli animali selvatici.
"Leggiamo con stupore e anche un po’ di amarezza la notizia di un presunto salvataggio di caprioli - ha detto - non ne mettiamo in dubbio la buona fede, ma l’intera vicenda rappresenta un modo scorretto di rapportarsi alla natura e agli animali selvatici. I cuccioli di caprioli infatti, come molti mammiferi, rimangono soli e quello che per noi può sembrare abbandono spesso è una normale fase di distaccamento: i cuccioli sono seguiti e accuditi dalla madre che rimane nelle immediate vicinanze, anche se non la vediamo. Si limita a sorvegliarli e si avvicina solo per allattarli".
Quando ci si imbatte in un cucciolo, dunque, Maggi spiega come sia necessario fare un'attenta valutazione prima di raccoglierlo. "Il piccolo non va toccato a mani nude, perché l’odore umano può spingere la madre ad abbandonarli - ha ricordato - possiamo però osservarlo e verificare se sia ferito o debilitato, e in questi casi bisogna chiamare il centro di soccorso più vicino. Se il cucciolo non è ferito e non si trova in pericolo va lasciato lì dov’è".
"Celebrare un soccorso improprio, ripetiamo, per quanto dettato da buone intenzioni, è controproducente e rischia di promuovere un comportamento scorretto - ha concluso - c'è, infine, un problema di narrazione: l'eccessiva enfasi sull’aspetto tenero e indifeso dei caprioli e il richiamo ai cartoni animati sono elementi che contribuiscono a un racconto stereotipato e scientificamente non accurato degli animali. Fare leva soltanto sulla componente emotiva non aiuta a sensibilizzare la cittadinanza: al contrario, impone una gerarchia di valore perché siamo portati a preoccuparci di più di un animale che consideriamo carino, rispetto a un altro che magari ci spaventa o ripugna ma merita pari rispetto".
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