Attualità domenica 08 dicembre 2024 ore 11:21
Retiambiente in Novatosc, il no di Legambiente
L'associazione si rivolge ai consigli comunali chiamati ad esprimersi sull'ingresso nella società costituita per progettare e gestire l'ossicombustore
PECCIOLI — Legambiente esprime perplessità in merito all'ipotesi di ingresso di Retiambiente in Novatosc Srl, la società costituita dalla Belvedere e da Oxoco con l'obiettivo di progettare, costruire e gestire l'impianto di ossicombustione che dovrà trovare casa all'interno del sito di Legoli.
Legambiente si rivolge ai consiglieri dei comuni appartenenti all’Ato Toscana Costa. "Nelle prossime settimane - scrive l'associazione- i consigli comunali saranno chiamati a esprimersi sull'ingresso di Retiambiente in Novatosc. Si tratta di una decisione cruciale, che avrà ripercussioni a lungo termine sulla gestione dei rifiuti e sulle tasche dei cittadini. Ai consiglieri comunali spetta il compito di riflettere attentamente: approvare questo progetto significa accettare un modello di gestione lontano dall'interesse collettivo, condannando la Valdera a diventare un ricettacolo di rifiuti, con costi ambientali ed economici insostenibili".
"Il progetto appare alquanto rischioso - scrive Legambiente Valdera- l'unico esempio operativo citato dai proponenti, un impianto a Gioia del Colle(BA), ha lavorato in modo discontinuo e con volumi irrisori, appena 5 tonnellate di rifiuti al giorno, neppure 1800 tonnellate all'anno, rispetto alle 177.000 tonnellate annue previste per Peccioli. Con un costo di oltre 120 milioni di euro, una vita dell'impianto dichiarata di soli 20 anni e potenziali costi di manutenzione straordinaria post-gestione, l'ossicombustore presenta una serie di criticità finanziarie che potrebbero gravare sulle spalle di Retiambiente e, di conseguenza, sui cittadini attraverso un aumento delle tariffe sui rifiuti".
"Il fabbisogno reale di smaltimento dei rifiuti utilizzabili nell’ossicombustore per l'Ato Toscana Costa - si legge ancora nella nota dell'associazione ambientalista- è stimato in circa 55.000 tonnellate annue, ben lontano dalle dimensioni sovradimensionate dell'impianto proposto. Questo lascia ipotizzare che una parte significativa dei rifiuti potrebbe provenire da aree esterne, trasformando la Valdera in un polo di smaltimento nazionale, con pesanti ripercussioni ambientali e logistiche. I miasmi provenienti da tale area assillano già da tempo i cittadini del comune di Palaia".
Secondo Legambiente Valdera si tratterebbe di "Un modello lontano dall’economia circolare".
"Il progetto - aggiunge l'associazione- contrasta apertamente con i principi di economia circolare, che puntano alla riduzione, al riuso e al riciclo dei rifiuti, anziché alla loro combustione. Mentre la narrazione ufficiale parla di un impianto innovativo e risolutivo, le criticità tecniche e le incertezze finanziarie delineano uno scenario ben diverso: un avventuroso investimento che rischia di dissipare risorse pubbliche senza apportare reali benefici alla comunità. Concedere l'ampliamento della discarica e/o la costruzione dell'ossicombustore disincentiverebbe le pratiche di riduzione dei rifiuti e condizionerebbe in modo molto pesantemente il futuro economico dell’area".
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