Politica giovedì 14 luglio 2016 ore 13:30
Ponsexit, le ragioni di chi era contrario
Dopo la ratifica della maggioranza del Pd ponsacchino per l'uscita del Comune dall'Unione Valdera, parlano i membri che hanno votato No
PONSACCO — "Irrazionale ritrovarsi come Comune isolato". E' questo quel che pensa chi, lo scorso 11 luglio durante l'assemblea del Pd di Ponsacco, ha votato in modo contrario alla decisione di uscire dall'Unione Valdera sostenuta da una schiacciante maggioranza.
Ora - dopo la latitanza dei vertici provinciali, la mancanza di dichiarazioni ufficiali da parte dell'amministrazione ma il sentore che lo scenario di una fuga da Pontedera sia sempre più concreto - parla il fronte del No e spiega le ragioni della posizione.
Ecco, di seguito, la lettera integrale a firma di Barbara Guerrazzi, iscritta all'Unione Comunale Pd Ponsacco, presidente della direzione provinciale e membro della segreteria provinciale Pd:
L'assemblea
ha legittimamente ratificato la decisione del Sindaco e della Giunta,
ma le conseguenze di questa uscita andranno inevitabilmente a
ricadere sui 15 mila abitanti di Ponsacco e di riflesso anche sui 70
mila del resto dell'Unione e per questo diventa forse opportuno dare
spazio alle argomentazioni di chi avrebbe preferito rimanere
nell'Unione.
La
riforma della Costituzione prevede l'abolizione definitiva delle
Province, le politiche regionali individuano nell'Area Metropolitana
(Firenze, Prato e Pistoia) la colonna portante della nostra regione,
ed è un polo fortemente rappresentativo sia per popolazione
residente che per ricchezza e sviluppo industriale. La Costa, più
povera, meno popolosa e meno industrializzata, sta faticosamente
muovendo i primi passi per arrivare all'appuntamento con una
organizzazione tale che le permetta di non avere carattere di
subalternità all'area Metropolitana.
In
questo quadro, forse, anche una Unione a 12 rischiava di non essere
all'altezza di intercettare risorse regionali ed europee, già
appariva poco comprensibile la soluzione di due Unioni di 8 e 4 e, a
maggior ragione, appare quindi assolutamente
irrazionale l'idea di
ritrovarsi come Comune isolato in un ribollire, a tutti i livelli, di
spinte- anche confuse e incerte- ma che sicuramente indicano la
strada di accorpamenti di Enti attraverso unioni e fusioni.
Tutto pareva essere ben chiaro anche due anni fa quando durante la campagna, sia per le primarie che per le amministrative vere e proprie, uno dei cavalli di battaglia del candidato sindaco Brogi era stato proprio quello di rafforzare l'Unione e cito dal programma che tutti possono reperire in internet: “La scelta dell’Unione diventa irreversibile anche in vista dell’abolizione delle province e della riorganizzazione territoriale provinciale, con la creazione dell’area vasta pisana, di quelle del cuoio e delle colline metallifere. In questo nuovo contesto, l’unico modo per rendere competitivo il nostro territorio e intercettare finanziamenti europei, nazionali e regionali è rafforzare e potenziare l’Unione dei comuni“
E' stata votata anche per questo, sulla base di questo impegno forte a rendere competitivo, non isolato, il nostro territorio.
Dopo 8 anni, risultava evidente che l'Unione avesse bisogno di adeguarsi al nuovo quadro legislativo e al contempo risolvesse quelle criticità, di cui tutti erano consapevoli, che negli anni si sono manifestate. Con le elezioni amministrative di due anni fa e l'arrivo di nuovi Sindaci al primo mandato, molti dei quali giovani e pieni di idee ed energie, lontani da vecchi posizionamenti, si poteva dare quella nuova linfa di cui c'era bisogno. Paradossalmente l'Unione ha iniziato a sgretolarsi, come se in realtà non tutti volessero spender le proprie energie in un lavoro faticoso di cambiamento e modernizzazione.
Detto questo, anche il nostro Comune nel corso degli anni ha delegato all'Unione tutta una serie di servizi, una parte dei quali indirizzati direttamente ai cittadini, ad esempio quelli scolastici di refezione e trasporto, quelli educativi con gestione Asili Nido e i relativi contributi “Buoni servizio asili nido” erogati alle famiglie , quelli sociali con i contributi affitto e contributi economici agli indigenti ( 300 assistiti ogni anno). Altri direttamente rivolti ai professionisti, come la Commissione Paesaggistica, l'ufficio VAS e il SUAP. Altri per funzioni necessarie all'Ente stesso, la Polizia Municipale, l’ufficio contravvenzioni, Reti per la cultura , Servizio gare e appalti, Buste paga e Formazione del personale dipendente, Controllo interno sugli atti e la Protezione Civile
Attraverso l'Unione abbiamo avuto accesso ai mutui che ci hanno consentito di rimodernare ampi tratti di illuminazione pubblica e realizzare lavori pubblici necessari per ampliare dei plessi scolastici ed abbiamo ottenuto finanziamenti a fondo perduto per abbassare i costi a carico delle famiglie per gli asili nido e costruire strutture sportive. Per non parlare dei contributi stanziati dalla Regione a favore delle gestioni associati di cui i ponsacchini hanno beneficiato per oltre 150 mila euro. La Regione Toscana ha destinato ai Comuni facenti parte della Unione Valdera 270 mila euro per predisporre il Piano Strutturale di area, con l’uscita perderemo anche questo e magari saranno incaricati dei professionisti per la sua predisposizione, aumentando i costi, invece di avvalersi delle risorse interne dei vari Comuni in economia.
A fronte delle molte ragioni addotte che secondo l'Amministrazione rendono impossibile il permanere all'interno dell'Unione, dalla dignità politica calpestata al mancato riconoscimento del nostro ruolo attraverso una maggiore visibilità, dalla scarsa economicità dei servizi fino all'insostenibilità delle spese di gestione, nessuna documentazione di carattere contabile è stata fornita ai partecipanti all'assemblea, solo un carteggio dal quale si evince l'incapacità di alcuni amministratori di sedersi intorno ad un tavolo e tradurre in una delibera l'accordo politico raggiunto alla presenza del Presidente dell'Unione e del Segretario Provinciale del Pd.
Nessuna prospettiva, se non un generico “usciamo e guardiamoci intorno” è stata data a chi chiedeva come ci collocheremo dopo l'uscita.
A chi sosteneva la necessità di continuare le politiche di area vasta è stato risposto molto genericamente che tale continuità ci sarà, ma al momento nessuna convenzione è stata firmata né sono state date certezze sulla effettiva volontà degli altri Comuni di volerle stipulare con noi.
A chi manifestava perplessità sulla gestione dei servizi (1400 studenti a settembre torneranno a scuola ed avranno bisogno di trasporto e refezione) nessuna risposta soddisfacente è stata data.
Le decisioni importanti andrebbero prese con estrema calma, serietà, cognizione di causa, con i documenti contabili alla mano e con un piano di riorganizzazione interna definito e chiaro. Un'assemblea di partito è il luogo della discussione e del confronto e non quello in cui ci si limita a ratificare scelte prese altrove, il luogo dove ogni iscritto ha il diritto/dovere di esprimere le proprie idee senza avere come contrappeso le eventuali dimissioni del Segretario. Giocare tutto sull'emotività, sul campanile, sul tifo da stadio non aiuta.
Non aiuta, al punto che, nonostante gli interventi a favore della permanenza nell'Unione fossero stati solamente tre, al momento della votazione qualcuno ha detto a voce ben alta, senza che nessuno della dirigenza avesse qualcosa da controbattere, votiamo per alzata di mano, così vediamo chi sono i traditori.
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