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Attualità martedì 15 dicembre 2020 ore 11:40

​La guerra del ponte alla Navetta

Il primo ponte alla Navetta
Il primo ponte alla Navetta

Pettinelli, pontederese e poi ponsacchino, giornalista Rai, ha ritrovato fra vecchie carte un episodio dell'8 novembre '43, due mesi dopo l'armistizio



PONTEDERA — "Il ponte sull'Arno a nord di Pontedera viene oggi 8 novembre 1943 assegnato alla sorveglianza dell'Amministrazione del Comune di Pontedera, rappresentata dal Podestà avv. Francesco Maglioli, da parte dell'Esercito Tedesco. Il Ponte è minato con gelatina e se si verificano atti di sabotaggio è l'Amministrazione Comunale che prende la responsabilità completa. L'Amministrazione deve provvedere la guardia, che però viene messa a disposizione da parte della prefettura si Pisa; 6 uomini e cioè di giorno il servizio sarà fatto da un guardiano e di notte da due".

Il ponte alla Navetta aveva quasi 50 anni di vita quando anche Pontedera si ritrovò in guerra. Nel gennaio successivo fu bombardata dagli americani, con circa 200 morti fra quelli uccisi subito e quelli deceduti dopo. Dopo l'8 settembre '43 l'Italia cominciò a dividersi in due, con continui avanzamenti dal sud, a cominciare dalla Sicilia dove gli americani erano sbarcati, mentre il primo settembre '44 passarono l'Arno, nel caso di Pontedera, propri al ponte alla Navetta. Ma il ponte non c'era più. Bombardato dagli americani col risultato anche di quintali di pesci morti di cui ci cibarono gli sfollati riva destra.

Ma torniamo al ponte. Fu costruito inizio '900 da una società privata che l'avrebbe gestito per 50 anni, con varie quote di pagamento a secondo chi ci passava, a piedi, col barroccio, con le biciclette e qualche auto. Poi si arrivò alla guerra e all'ordine 'superiore' inviato al comune di Pontedera dall'esercito tedesco, alleato delle truppe italiane. 

E toccò all'avvocato Maglioli, podestà di Pontedera, di organizzare la vigilanza e il controlli. Ma pochi mesi dopo il ponte diventò una maceria, per esser poi ricostruito qualche anno dopo.
E quel secondo ponte c'è ancora, a fianco di quello moderno, ma parecchio degradato e con una parte delle spallette cascate.

Mario Mannucci
© Riproduzione riservata


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