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Lavoro martedì 27 settembre 2016 ore 13:14

La lunga crisi dell'indotto Piaggio

Benedetto Benedetti e Marco Comparini

Fiom e Uilm denunciano le decine di esuberi che affliggono il comparto. Stamani l'incontro tra Regione e Ristori. Il 3 ottobre ancora sciopero



PONTEDERA — "Ristori è solo la punta dell'iceberg". Nella frase lapidaria del sindacalista Fiom-Cgil Marco Comparini vibra tutta la tensione che in queste mesi sta attraversando il comparto occupazionale collegato a Piaggio. "Le aziende del settore - ha dichiarato Comparini - soffrono pesantemente la mancata ripresa e all'orizzonte si profilano tempi ancora più bui se qualcosa non cambia".

Seduto accanto a Comparini, questa mattina, nella sede del sindacato in via Sacco e Vanzetti, c'era Benedetto Benedetti di Uilm-Uil. Un'occasione per fare il punto sulle difficili condizioni dei lavoratori, alle prese con riduzioni del personale, contratti di solidarietà e ammortizzatori sociali che verranno a mancare.

I numeri forniti dai sindacalisti parlano chiaro: sono oltre 500 gli esuberi consolidati nella provincia di Pisa. Un numero ancora lontano dalla soglia dei mille che permette l'accesso alla condizione di area di crisi, ma che non contempla la precarietà in cui si trovano molti operai del territorio. Nello specifico, stando alle cifre fornite nel corso della conferenza sull'indotto, ai 61 esuberi annunciati per le Officine Ristori si aggiungono i 10 della Pieracci Mecannica di Fornacette e altri 10 alla Omg di Buti, un’officina specializzata nelle attività di stampaggio lamiere per l’industria automobilistica.

Situazioni in divenire, dove i sindacati stanno cercando di raggiungere accordi possibilmente indolori con i vertici delle aziende, le quali, spesso, necessitano di quella che un'operaio intervenuto nel corso della conferenza definisce "Una cura dimagrante" per reggere meglio il contraccolpo della crisi sulla produttività. Alla Tmm, informano i sindacati, la situazione è meno preoccupante per gli 80 lavoratori, ma anche qua si ragiona di mobilità su base volontaria.

Di fronte a questo scenario, minato dallo spettro di un esaurimento degli ammortizzatori sociali in due anni, Fiom e Uilm annunciano di voler superare le divisioni e avviare un percorso unitario, auspicando di poter riallacciare i rapporti anche con Fim-Cisl. La lotta alla crisi del lavoro passa in primo luogo da un'autocritica: "Abbiamo tutti le nostre colpe - ha dichiarato Marco Comparini - i sindacati, sperando che la crisi si risolvesse, hanno usato toni morbidi; la politica ha sottovalutato la sua capacità d'intervento e alcune aziende non si sono diversificate nella produzione, cosa che avrebbe permesso loro di affrontare meglio la crisi".

Ora è di nuovo protesta: per lunedì 3 ottobre le due sigle sindacali hanno proclamato uno sciopero dei metalmeccanici delle aziende dell'indotto Piaggio lungo 4 ore, dalle 8,30 alle 12,30 con una manifestazione davanti alle Officine Ristori di Montecalvoli a partire dalle 9.

Sullo sfondo resta il grande nodo Piaggio: l'incontro fra la proprietà e i sindacati dovrebbe svolgersi a ottobre, anche se al momento non ci sono date fissate. La situazione resta comunque difficile. "Fra due anni circa 700 persone andranno in pensione anticipata" Ha dichiarato Benedetto Benedetti e secondo Marco Comparini "Piaggio dovrebbe garantire la saturazione occupazionale delle 2mila 800 persone e interrompere il puntuale ricorso agli ammortizzatori che si verifica ogni anno per 4 o 5 mesi".

Un altro segnale che Comparini si attende dall'azienda è quello di rinvigorire i rapporti con il suo indotto: "Passando dal 20 o 30 per cento al 50 per cento di committenze, invece che reperirle all'estero. E' necessaria - ha concluso Comparini una presa di responsabilità nei confronti del territorio da parte dell'azienda. Responsabilità che al momento Piaggio non riconosce".


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