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Attualità giovedì 19 giugno 2025 ore 20:00

Teatro della Toscana, bagarre sul declassamento

La sala del Teatro Era

Dimissioni nella Commissione consultiva del Ministero: la maggioranza vuole la "retrocessione". I sindaci Funaro e Franconi: "Inaccettabile"



PONTEDERA — Un vero e proprio shock per la Fondazione Teatro della Toscana, l'ente che riunisce due teatri fiorentini, La Pergola e Rifredi, e il Teatro Era di Pontedera. Nella mattinata di oggi, giovedì 19 Giugno, tre dei sette componenti della Commissione consultiva per il teatro del Ministero della Cultura si sono dimessi, adducendo come motivazione la contrarietà sulla "scelta della maggioranza della Commissione di voler declassare la Fondazione teatro Nazionale della Toscana".

Ciò, in breve, significa che, se la decisione venisse confermata, non si potrà più parlare di "teatro nazionale", bensì, verosimilmente, di "teatro di rilevante interesse culturale", con tutte le conseguenze economiche e organizzative del caso. Nello specifico, il mantenimento dello status di "teatro nazionale" influisce sull'erogazione di circa 2 milioni di euro di contributo nazionale

Lo strappo ha fatto immediatamente scalpore, scatenando le reazioni politiche. "È preoccupante e inaccettabile l'idea del declassamento del Teatro della Toscana - ha detto la sindaca di Firenze Sara Funaro, che è anche presidente della Fondazione - un declassamento che si baserebbe su motivazioni pretestuose. Quello che sta succedendo al nostro Teatro è una situazione anomala e mai vista prima nella storia dei teatri italiani: chiedo spiegazioni immediate al ministro Alessandro Giuli, perché si tratta di un atto gravissimo. Se venisse confermata l'intenzione di andare avanti in questa direzione siamo pronti ad agire in tutte le sedi opportune".

"Se arrivasse il declassamento, saremmo di fronte al superamento dei limiti della decenza istituzionale - ha aggiunto il sindaco di Pontedera Matteo Franconi, vicepresidente della Fondazione - l'operazione potrebbe appellarsi in un modo soltanto: rappresaglia politica, compiuta con il bieco e malcelato intento di mortificare una Fondazione teatrale nazionale per motivi che nulla hanno a che vedere con la qualità artistica o la gestione culturale".

Per Franconi, infatti, l'unico motivo di tale scelta sembra essere soltanto uno. "Spero che il Ministero non ritenga di far scontare al nostro Teatro la scelta di avere un direttore artistico di altissimo profilo, ma scomodo, come Stefano Massini - ha concluso - men che meno voglio credere che abbia deciso di dare una lezione alla nostra Regione perché politicamente non allineata. Siamo pronti a organizzare nel prossimo fine settimana un'apertura 24 ore su 24 del Teatro Era, chiedendo a tutte le realtà culturali del territorio di presidiarlo".

"Le dimissioni di tre figure di riconosciuto prestigio sembrano conseguenza di giudizi di parte, ispirati da logiche politiche anziché una valutazione oggettiva e trasparente dei programmi culturali - ha commentato invece Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana - pur essendo un’istituzione a presidenza del sindaco di Firenze, il Teatro della Toscana rappresenta un riferimento culturale diffuso. Non possiamo accettare che un’istituzione così importante venga così demonizzata".


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